Non è Winston Churchill, eppure promette sudore e lacrime. E questo fin dall'inizio. Eccolo Maurizio Sarri, all'alba del primo grande tour de force della sua seconda stagione alla guida del Napoli: da sabato prossimo fino a domenica 2 ottobre a Bergamo, si giocherà alla media di una gara ogni tre giorni, con tanto di esordio in Champions. Eppure lui decide che è arrivato il momento di spingere ancor di più sull'acceleratore, nonostante i nazionali in giro per l'Europa e un'estate passata tra le montagne a sgobbare come pochi altri.
Un solo giorno di sosta, oggi, e poi tutto d'un fiato fino alla gara di Palermo sabato sera. E nessun relax neppure tra la gara in Sicilia e il viaggio a Kiev, per il debutto con la Dinamo. Perché Sarri è così: meticoloso, stakanovista e con idee nette. Idee da sposare, plasmare e intrecciare col materiale tecnico che ha. Sarri ha la sua ricetta: picchiare sodo e duro, nel senso di lavoro, insegnamenti, cattiveria agonistica, ripetizioni, prove h24 esaltando il proprio gioco dinamico, potente, pungente.
Vietato rilassarsi, vietato distrarsi: domani pomeriggio la ripresa degli allenamenti (tornano Hamsik, Milik e Zielinski) e delle sedute tattiche per i difensori. Poi martedì tutti i tredici nazionali impegnati in giro tra amichevoli e gare di qualificazione per Russia 2018 torneranno alla base (Reina, Rog, Strinic, Hysaj e Gabbiadini gli ultimi a rientrare). E troveranno subito corse, partitelle, test atletici: troppi giocatori nuovi, l'obiettivo dell'allenatore di Figline è di inserirli velocemente nei meccanismi e nell'organizzazione di gioco. Un piano che non prevede tregue per i giocatori. Né deroghe. E che non consente troppi giorni di relax, neppure a chi è rimasto qui. Bastano 36 ore, sono più che sufficienti, secondo il pensiero sarriano. Non è un Napoli ai lavori forzati, per carità, ma secondo Sarri solo con il lavoro quotidiano certe cose possono essere fatte bene. Basta vedere l'ossessione con cui la squadra si è preparata a Dimaro: 22 giorni tra le montagne della Val di Sole, come nessun altro in serie A. Ed appena tre pomeriggi per fare qualche escursione.
Sarri è un vecchio maestro che viene da lontano, gavetta profonda da american dream: i campi in terra, poi l'arrampicata dalla C2 alla C1 alla B, infine la A, e lì la lotta per la salvezza con l'Empoli e infine la Champions con il Napoli. Insomma conosce ogni spuntone di roccia ed è uno che sa dove si trova, e perché. «È il lavoro alla base di ogni risultato», il suo dogma. E allora niente e nessuno potranno fargli fare retromarcia: anche perché non fa distinzioni tra titolari e riserve e quindi l'idea di far staccare la spina per troppi giorni a chi non è partito con le proprie nazionali, non gli passa neppure per la testa. E infatti negli ultimi giorni, pur di far svolgere le partitelle e tenere i ritmi sempre altissimi, ha convocato un po' di ragazzini della Primavera. Che distanza dai metodi del suo predecessore, Rafa Benitez: in occasione della prima sosta della stagione, due anni fa, lo spagnolo ne approfittò per uno sciogliete le righe lungo 4 giorni in cui - tra tante inutili polemiche - decise di tornarsene a Liverpool dalla famiglia. Con Sarri, i giorni di svago si contano davvero sulle dita di una mano: una specie di sergente di ferro sotto questo aspetto. In questi giorni a Castel Volturno l'unico assente giustificato è Calzona, il suo vice, che tra pochi giorni dovrà tenere l'esame conclusivo a Coverciano per prendere il patentino di allenatore di prima categoria. Insomma, per il Napoli ci sarà ancora tanto da sudare in questa settimana: perché, a parte oggi, altri giorni di riposo, per il momento, non sono previsti. Sarri ha programmato, anche due allenamenti al giorno (per esempio giovedì).
Preparazione, lo stakanovista Sarri
non dà tregua agli azzurri
di Pino Taormina
Domenica 4 Settembre 2016, 12:30
- Ultimo agg. 18:32
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