Preparazione, lo stakanovista Sarri
non dà tregua agli azzurri

Preparazione, lo stakanovista Sarri non dà tregua agli azzurri
di Pino Taormina
Domenica 4 Settembre 2016, 12:30 - Ultimo agg. 18:32
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Non è Winston Churchill, eppure promette sudore e lacrime. E questo fin dall'inizio. Eccolo Maurizio Sarri, all'alba del primo grande tour de force della sua seconda stagione alla guida del Napoli: da sabato prossimo fino a domenica 2 ottobre a Bergamo, si giocherà alla media di una gara ogni tre giorni, con tanto di esordio in Champions. Eppure lui decide che è arrivato il momento di spingere ancor di più sull'acceleratore, nonostante i nazionali in giro per l'Europa e un'estate passata tra le montagne a sgobbare come pochi altri.
Un solo giorno di sosta, oggi, e poi tutto d'un fiato fino alla gara di Palermo sabato sera. E nessun relax neppure tra la gara in Sicilia e il viaggio a Kiev, per il debutto con la Dinamo. Perché Sarri è così: meticoloso, stakanovista e con idee nette. Idee da sposare, plasmare e intrecciare col materiale tecnico che ha. Sarri ha la sua ricetta: picchiare sodo e duro, nel senso di lavoro, insegnamenti, cattiveria agonistica, ripetizioni, prove h24 esaltando il proprio gioco dinamico, potente, pungente.

Vietato rilassarsi, vietato distrarsi: domani pomeriggio la ripresa degli allenamenti (tornano Hamsik, Milik e Zielinski) e delle sedute tattiche per i difensori. Poi martedì tutti i tredici nazionali impegnati in giro tra amichevoli e gare di qualificazione per Russia 2018 torneranno alla base (Reina, Rog, Strinic, Hysaj e Gabbiadini gli ultimi a rientrare). E troveranno subito corse, partitelle, test atletici: troppi giocatori nuovi, l'obiettivo dell'allenatore di Figline è di inserirli velocemente nei meccanismi e nell'organizzazione di gioco. Un piano che non prevede tregue per i giocatori. Né deroghe. E che non consente troppi giorni di relax, neppure a chi è rimasto qui. Bastano 36 ore, sono più che sufficienti, secondo il pensiero sarriano. Non è un Napoli ai lavori forzati, per carità, ma secondo Sarri solo con il lavoro quotidiano certe cose possono essere fatte bene. Basta vedere l'ossessione con cui la squadra si è preparata a Dimaro: 22 giorni tra le montagne della Val di Sole, come nessun altro in serie A. Ed appena tre pomeriggi per fare qualche escursione.

Sarri è un vecchio maestro che viene da lontano, gavetta profonda da american dream: i campi in terra, poi l'arrampicata dalla C2 alla C1 alla B, infine la A, e lì la lotta per la salvezza con l'Empoli e infine la Champions con il Napoli. Insomma conosce ogni spuntone di roccia ed è uno che sa dove si trova, e perché. «È il lavoro alla base di ogni risultato», il suo dogma. E allora niente e nessuno potranno fargli fare retromarcia: anche perché non fa distinzioni tra titolari e riserve e quindi l'idea di far staccare la spina per troppi giorni a chi non è partito con le proprie nazionali, non gli passa neppure per la testa. E infatti negli ultimi giorni, pur di far svolgere le partitelle e tenere i ritmi sempre altissimi, ha convocato un po' di ragazzini della Primavera. Che distanza dai metodi del suo predecessore, Rafa Benitez: in occasione della prima sosta della stagione, due anni fa, lo spagnolo ne approfittò per uno sciogliete le righe lungo 4 giorni in cui - tra tante inutili polemiche - decise di tornarsene a Liverpool dalla famiglia. Con Sarri, i giorni di svago si contano davvero sulle dita di una mano: una specie di sergente di ferro sotto questo aspetto. In questi giorni a Castel Volturno l'unico assente giustificato è Calzona, il suo vice, che tra pochi giorni dovrà tenere l'esame conclusivo a Coverciano per prendere il patentino di allenatore di prima categoria. Insomma, per il Napoli ci sarà ancora tanto da sudare in questa settimana: perché, a parte oggi, altri giorni di riposo, per il momento, non sono previsti. Sarri ha programmato, anche due allenamenti al giorno (per esempio giovedì).
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