Reina, non c’è Pepe
senza il suo sorriso

Reina, non c’è Pepe senza il suo sorriso
di Mimmo Carratelli
Mercoledì 19 Luglio 2017, 23:25 - Ultimo agg. 20 Luglio, 09:35
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A Dimaro, s’è riaperto il dialogo con Pepe Reina. Non c’è ancora niente di scritto per il prolungamento del contratto del portiere spagnolo (35 anni). C’è schiarita. C’è buona volontà per appianare i contrasti che però, a quanto si suppone, non riguardano esclusivamente il contratto, la parte economica e la durata. C’è stato un crac a fine stagione nel rapporto tra il portierone-simpatia e il presidente. Qualcosa si è spezzato.

Un abbraccio sincero dovrebbe ricomporre la rottura. Il resto verrà facile. Ma l’abbraccio non c’è ancora stato. L’allenatore e la squadra hanno già espresso la loro affettuosa solidarietà a Reina ritenendo imprescindibile la sua partecipazione alla nuova stagione. Una presenza di gran peso in campo e nello spogliatoio.

In attesa di un chiarimento totale, Reina sarà il portiere del sogno-scudetto e della nuova avventura in Champions. Il suo «secondo» sarà il greco Orestis Karnezis, 32 anni, gran protagonista ai tempi del Panathinaikos, meno brillante a Udine (110 partite, 160 gol incassati). Sembra una scelta opportuna anche per Reina. Un «secondo» che non farà ombra. La scelta fatta per il secondo portiere rimanda «più in là» la soluzione migliore per il ruolo. Tramontati i tentativi per un portiere altamente affidabile (Szczesny) e per un giovane molto promettente (non si parla più di Meret, 20 anni, forse problemi fisici all’orizzonte). Non si è mai puntato su Rafael, eroe di una solitaria prodezza a Doha. Non appare inserito Sepe. Reina ha dato poco spazio: dieci partite di campionato saltate in tre anni. I «secondi» restano in panchina.

Reina è chiamato a una stagione di grande responsabilità e rendimento. In pratica, ha bloccato il ruolo. Se lo scudetto è più di un sogno, come ammettono gli stessi azzurri e come viene ampiamente condiviso da tecnici autorevoli, a cominciare da Allegri che ha indicato il Napoli sfidante numero uno al predominio juventino, non basterà essere il leader dello spogliatoio.

Sulle qualità di Reina non si discute. Ha esperienza e aplomb internazionale. Sa guidare la difesa. Qualche ombra si allunga sulle condizioni fisiche se è vero, come si dice da più parti, che ha saltato le prime due amichevoli per essere tenuto al riparo da intoppi muscolari, non nuovi nel periodo di preparazione. La condizione fisica potrebbe limitarne la reattività.

Poiché Karnezis è un buon portiere, ma non un portiere decisivo, Reina tra i pali resta il solo portabandiera di una stagione ambiziosa. Dovrà «assicurare» quei punti in più necessari a completare il potenziale offensivo. Anche Sarri, dopo il bel gioco, spettacolare e reclamizzatissimo, vuole vincere «qualcosa». E per vincere «qualcosa» il portiere è tra i giocatori decisivi. La solidarietà espressa al portiere spagnolo, in questi giorni confusi, comprende anche la fiducia «tecnica»? Solo Sarri può dirlo e la sua parola affermativa vale il superamento di ogni «ostacolo» da parte di De Laurentiis.

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