Roma-Napoli è crocevia scudetto
Per Sarri la garanzia dei titolarissimi

Roma-Napoli è crocevia scudetto Per Sarri la garanzia dei titolarissimi
di Roberto Ventre
Sabato 14 Ottobre 2017, 16:36 - Ultimo agg. 19:54
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Gli scudetti passano attraverso queste partite, ecco perché la trasferta di Roma assume un significato importantissimo per il Napoli nella corsa tricolore. Il primo scontro diretto degli azzurri cade nella giornata in cui la Juve gioca in anticipo contro la Lazio e l'Inter affronta domani sera il Milan del derby, due clienti scomodi per le dirette rivali che sono a meno due in classifica.

L'intreccio. L'ottava giornata sarà indicativa più che mai sulle potenzialità della capolista: prove di fuga all'Olimpico per gli azzurri a caccia dell'ottava meraviglia. Il Napoli a folle velocità sulle Montagne russe nelle prime sette giornate di campionato senza perdere il controllo: percorso netto, la squadra di Sarri ha saltato tutti gli ostacoli senza commettere errori. Stasera però si alzerà il livello, altezza superiore da scalare per il grande balzo verso la fuga solitaria: esame severo quello contro la Roma, la squadra più forte finora incontrata dal Napoli sul suo cammino. Le idee di Di Francesco stanno sempre più facendo breccia, i giallorossi le metabolizzano partita dopo partita, ma quello di Sarri è uno spartito che viene suonato a memoria, frutto del lavoro di oltre due anni. Da questo punto i vista gli azzurri hanno indubbiamente qualcosa in più.

Le scelte. La prima partita di un trittico terribile per il Napoli, martedì c'è la trasferta di Champions a Manchester contro il City di Guardiola, uno spettacolo puro per gli esteti del calcio. Sabato al San Paolo l'Inter di Spalletti che è seconda con la Juve e con tre gol al passivo è la difesa meno battuta. Ma è ovvio che il pensiero di Sarri è tutto sulla trasferta dell'Olimpico e le sue scelte saranno orientate solo in questo senso: un po' di turnover a centrocampo il tecnico toscano lo effettuerà in Inghilterra. In campo i titolarissimi, quindi, quelli che stanno fornendo le migliori risposte: a Roma spazio alla squadra più rodata, quella che gioca insieme già dall'anno scorso. Qualche assenza pesante invece per Di Francesco, soprattutto quella di Strootman a centrocampo.

Le stelle. Tante stasera in campo all'Olimpico, tanti duelli che potranno risultare decisivi. Innanzitutto la sfida tra Dzeko e Mertens, capocannoniere e vice della scorsa serie A, il gigante e il piccoletto, i due attaccanti che hanno segnato a raffica nel 2017 e sono in corsa per il Pallone d'Oro. E poi quella tra Hamsik e Nainggolan, le due mezzale che riescono a spaccare le partita con i loro inserimenti e la capacità di andare in gol e di regalare assist ai compagni. Per lo slovacco un appuntamento con la storia: il capitano azzurro è a 114 gol, una rete gli consentirebbe di agganciare Maradona, il recordman azzurro di tutti i tempi (gol che sarebbe il numero 200 in campionato del Napoli di Sarri). E poi il duello tutto italiano tra Insigne e Florenzi che a differenza di altre volte non s'incroceranno in modo diretto perché tutti e due giocheranno nei tridenti d'attacco. Due tra i pochi italiani in campo che Ventura terrà in considerazione per il playoff di novembre in cui l'Italia si gioca il Mondiale: Lorenzo è sicuro del posto, Florenzi conta di tornarci dopo il grave infortunio al ginocchio e il ritorno in campo con la Roma. I due sono stati lanciati da Zeman e hanno cominciato insieme la carriera azzurra nell'under 20, allora guidata da Francesco Rocca, in un Italia-Germania del 2010 a Figline Valdarno, la cittadina di Sarri. L'altra sfida a distanza decisiva sarà tra De Rossi e Jorginho, i due playmaker di Di Francesco e Sarri: interpretazione del ruolo diverso ma la stesa centralità nella manovra. Il romanista è più utile come schermo protettivo davanti alla difesa a sporcare le linee di passaggio per gli attaccanti del tridente; l'italo-brasiliano invece è quello che tocca innumerevoli palloni e fa partire l'azione del Napoli caratterizzata da una fitta rete di passaggi.

4-3-3 a confronto. Sarri e Di Francesco partono da concezioni molto simili, tutti e due puntano su un calcio offensivo fatto di possesso palla ed accelerazioni. Due allenatori che vengono dalla gavetta, soprattutto Sarri che prima di arrivare sulla panchina del Napoli ha allenato praticamente in tutte le categorie. Più veloce il percorso di Di Francesco che però anche lui prima della Roma ha fatto vedere le sue qualità con il Sassuolo trascinandolo fino all'Europa League. I precedenti sono in perfetta parità: 3 vittorie del tecnico giallorosso, tre di quello azzurro e tre pareggi: 14 gol segnati dalle squadre di Di Francesco e 14 da quelle di Sarri. L'anno scorso due pareggi, quello di Reggio Emilia per 2-2 di fatto è costato il secondo posto agli azzurri. Stesso modulo, il 4-3-3, interpreti diversi però, innanzitutto il terminale offensivo, Dzeko da una parte e Mertens dall'altra. Giocate d'attacco, quindi, che presuppongono una finalizzazione diversa. Simile invece la concezione difensiva con la linea a quattro che sia nel Napoli che nella Roma difende alta. I numeri dicono che il Napoli finora ha segnato molto di più (25 contro 14) mentre la Roma ha subito meno gol (4 contro 5): i giallorossi però hanno giocato una partita in meno e dovranno recuperare la partita contro la Samp.
 

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