Sarri: «Che sfortuna. Attaccanti troppo timidi»

Sarri: «Che sfortuna. Attaccanti troppo timidi»
di Pino Taormina - Inviato
Domenica 14 Febbraio 2016, 10:17
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«Non è certo una sconfitta per un tiro deviato a farmi cambiare idea sul valore del mio Napoli». Maurizio Sarri ci credeva, eccome. Voleva sfatare questa maledizione chiamata Juventus: in 90 anni di storia, qui a Torino gli azzurri hanno vinto appena 7 volte. Lui, il tecnico toscano fa fatica a mandare giù una sconfitta che ritiene immeritata e ingiusta. Sa che è il prezzo dell'inesperienza e di un pizzico di immaturità dei suoi ragazzi che fino ad adesso sono i protagonisti di una stagione strepitosa. Racconta il suo Juve-Napoli: «Se uno avesse visto fino all'87' la partita, farebbe fatica a credere che il Napoli l'abbia persa». Eppure, è finita proprio così. «È stata una partita abbastanza bloccata, con poche occasioni.

Ma noi ne abbiamo comunque avuta una più di loro. Abbiamo concesso pochissimo a una squadra che non a caso io ritengo la più forte di tutte. Abbiamo perso per un episodio, per una doppia deviazione. Non posso che essere deluso per il risultato, ma non certo per la prova: questa gara, come lezione di esperienza, ne vale come venti». Lui è convinto di aver perso la partita nel momento esatto in cui la Juve aveva rinunciati a vincerla. «Sì, loro erano passati al 4-5-1 ed era chiaro che il messaggio che avevano lanciato era quello di accontentarsi del pari. Se devo rimproverare qualcosa ai miei, penso solo che saremmo dovuti essere più sfrontati in certe occasioni, ma di fronte c'era una squadra che ha vinto 15 partite consecutive».

Un ko pesante da digerire. Ma il duello è solo all'inizio: guai a dare già per spacciati il Napoli e il suo condottiero. «Però penso che questa sia una sconfitta che possa pesare sulla testa della mia squadra. Bisogna buttarla via il prima possibile: forse è una fortuna che giovedì andremo in Spagna per l'Europa League». Sarri, invece, farebbe bene a imparare qualcosa da questa lezione torinese: perché forse pure il Napoli, nel finale di gara, avrebbe dovuto accontentarsi del pari. Senza esagerare nello sbilanciarsi.

«Penso che sono stati in partita fino alla fine, la differenza l'ha fatta un pizzico di fortuna anche perché senza quel tocco di Albiol, Reina l'avrebbe parata. Abbiamo fatto una gara di grandissima applicazione in fase difensiva, però in attacco siamo stati un po' timidi».Non ha nessuna voglia di aprire polemiche. Le lascia solo intuire. «Voi sapete perché ritengo che la Juve sia una squadra fuori categoria e che noi dobbiamo essere onorati di aver giocato ad armi pari contro questo squadrone che domica il calcio italiano per anni. Ma sia ben chiaro: non deve essere una deviazione a mettere in dubbio quanto fatto finora. Può ancora succedere di tutto».

Non perdeva dal 6 dicembre, a Bologna. Dopo otto vittorie consecutive il Napoli si ferma. E si ferma anche Higuain, a segno nelle ultime sei gare. «Non ha fatto la sua miglior partita, ma abbiamo giocato bene comunque. Chiaro che quando è al 100% qualche occasione in più la creiamo. Ora tutti dobbiamo mettere una pietra sopra a questa gara e non pensarci più. Otto mesi fa, il Napoli aveva 24 punti in meno alla Juve, ieri abbiamo giocato alla pari. Ora affrontiamo il Villarreal e poi il Milan e dovrò fare qualche cambio. La stagione è ancora molto lunga». E lo dice ad alta voce. Perché sa che i suoi ragazzi hanno bisogno di essere tirati su. Per una sconfitta amara, amarissima. E tanto ingiusta.