Sarri, Allegri e gli altri maestri:
il fascino dell'italian style nel calcio

Sarri, Allegri e gli altri maestri: il fascino dell'italian style nel calcio
di Roberto Ventre
Venerdì 24 Febbraio 2017, 08:54
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Gli allenatori italiani si sono ripresi la serie A: adesso comandano loro. Guidano le sette sorelle, le prime della classifica, quelle che occupano la zona Europa: da Allegri, tecnico della capolista Juve, a Montella, al primo anno sulla panchina del Milan. Per trovare il primo straniero bisogna scendere all'ottavo posto, alla Fiorentina del portoghese Paulo Sousa. E i tecnici made in Italy comandano anche in Europa, ben quattro sono ai vertici dei campionati continentali: in testa alla Bundesliga c'è il Bayern Monaco di Ancelotti, in Premier la capolista è il Chelsea di Conte (la squadra nella scorsa stagione non riuscì neanche a centrare la qualificazione in Europa League). Parlano italiano i due più importanti campionati europei e in testa alla Liga c'è il Real Madrid di Zidane, francese che da calciatore è migliorato tantissimo in Italia con la Juventus. Massimo Carrera, ex vice Conte nella Juve, è al primo posto in Russia con lo Spartak Mosca; Marco Rossi, che si è trasferito da anni a Budapest, comanda la classifica in Ungheria con l'Honved.

La scuola italiana. La scuola dei tecnici italiani da sempre tra le migliori al mondo se non la numero uno in assoluto per l'aspetto tattico, la capacità di leggere al meglio le partite in base alle caratteristiche degli avversari. Una continua evoluzione di moduli e filosofie di gioco, sempre al passo con i tempi. Lontana anni luce l'epoca di difesa e contropiede, adesso le squadre italiane se la giocano in attacco sia in serie A che nelle coppe europee, la nuova idea è quella di tenere il possesso e di pressare il più alto possibile per recuperare in fretta il pallone. Allegri, Spalletti, Sarri, Pioli, Gasperini, Simone Inzaghi e Montella ai primi sette posti della serie A e con gli allenatori italiani che brillano nei campionati esteri, oltre ai responsabili delle nazionali (Lippi guida la Cina, De Biasi l'Albania).
Il calcio offensivo di Sarri. La massima espressione in questo senso è proprio il Napoli di Sarri, una vera e propria macchina da gol (60 in campionato) che imposta sempre le partite sul palleggio e con l'idea di comandare il gioco e non subirlo: le percentuali di possesso palla sono spesso spaventosamente favorevoli agli azzurri. Il tecnico toscano con campioni già affermati in quest'anno e mezzo di lavoro è riuscito a riproporre la stessa filosofa di calcio di Empoli, una formazione di provincia impostata sempre per raggiungere come obiettivo primario la salvezza. Gli azzurri giocano a viso aperto e da un girone intero riescono sempre a fare almeno un gol in campionato, l'ultima volta restarono a secco proprio contro l'Atalanta (avversaria domani sera al San Paolo) nel match di andata perso per 1-0 a Bergamo.

Euro Allegri. La Juventus punta alla Champions, Allegri raggiunse la finale due anni fa, quella persa dai bianconeri contro il Barcellona (l'anno scorso la Juve venne eliminata agli ottavi dal Bayern Monaco): un bel segnale la vittoria sul Porto contro una formazione in inferiorità numerica e ultrablindata in difesa. I bianconeri hanno gestito con calma il possesso palla attendendo il momento migliore per colpire. Max adesso ha un piede e mezzo nei quarti dove raggiungerebbe Ancelotti (5-1 del Bayern Monaco nel match di andata con l'Arsenal), che punta alla quarta Champions dopo le due vinte con il Milan e quella conquistata con il Real Madrid. Una squadra a trazione offensiva con Higuain, Mandzukic, Dybala, Cuadrado (ai quali si è aggiunto Pjaca con la rete del vantaggio in Portogallo), e Pjanic nella coppia di centrocampo: un 4-2-3-1 europeo, il modulo che applicava Benitez nel Napoli.


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