Sarri scrive alla lavagna
«Napoli, voglio 15 punti»

Sarri scrive alla lavagna «Napoli, voglio 15 punti»
di Pino Taormina
Mercoledì 26 Aprile 2017, 08:11
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Ai lati di Roma e Napoli ci sono già le transenne. È l’ultimo tratto di rettilineo, quello dei denti stretti e delle pedalate in apnea. Mancano cinque giornate e ieri pomeriggio Maurizio Sarri ha sintetizzato tutto con un numero: «15». Sì, semplicemente una scritta sulla lavagnetta delle riunione tecnica che spiega quello che deve essere l’obiettivo del Napoli: vincere tutte le ultime gare da qui alla fine. Il secondo posto è l’unico obiettivo rimasto: «E nessuno di noi si deve arrendere pensando al pareggio con il Sassuolo. Anzi, voi la classifica neppure la dovete guardare». Ecco, non ha aggiunto molto altro, il tecnico azzurro. Che è apparso ancora visibilmente turbato per la frenata di Reggio Emilia. Sarri sa bene che l’harakiri col Sassuolo ha lasciato un bel po’ di amarezza nel gruppo azzurro, nonostante il lunedì di relax in famiglia.

Lui, di certo, in queste ultime 48 ore non ha fatto altro che rivedere partite: quella del suo Napoli con il Sassuolo e le ultime tre dell’Inter di Pioli. Non ha detto molto ai suoi ragazzi ieri pomeriggio quando ha rivisto la truppa adunata davanti a sé. Anche perché non c’è certo bisogno di gettare altro sale sulle ferite ancora sanguinanti. D’altronde Sarri è così: quando il Napoli vince, è lì a cercare il pelo nell’uovo (che trova quasi sempre). Quando invece qualcosa non va, prova a tenere più leggera l’atmosfera del gruppo. Oggi non darà tregua ai suoi uomini: c’è doppia seduta e magari ci sarà più spazio per spiegare gli errori del Mapei Stadium e soffermarsi sulle ingenuità che ancora il Napoli continua a fare. Non si parlerà del gol dell’1-1, perché Hamsik ha commesso un errore così chiaro che non ha bisogno di essere spiegato ma più che altro della punizione regalata da Strinic in occasione della seconda rete e di una serie di impacci in difesa.

Spalletti ha la ruota avanti, Sarri è alle spalle e deve provare a rialzarsi. Sulla carta il calendario resta un vantaggino per il Napoli, anche se si fa fatica a pensare che domenica a San Siro contro l’Inter sarà una passeggiata. Non ha cominciato ancora a pensare alla formazione che affronterà i nerazzurri ma è chiaro che difficilmente rinuncerà alla sua formazione-tipo, col tridente dei piccoletti là davanti. La Roma avrà il derby con la Lazio e se alle 22.45 di domenica i punti di differenza non saranno diminuiti, l’impresa della rimonta diventerebbe assai complicata. 
Milik scalpita e ieri per festeggiare il ritorno al gol dopo sette mesi ha portato dei dolci che ha offerto ai suoi compagni e allo staff: difficilmente giocherà dal primo minuto contro l’Inter ma il suo recupero offre un’alternativa in più a Sarri lì davanti. Ovvio, non c’è spazio per turnover, almeno finché il secondo posto sarà ancora traguardo raggiungibile. Il polacco sta bene ma questo non significa che Mertens gli farà spazio: contro l’Inter non ci saranno cambiamenti, a meno che non sopraggiunga qualche imprevisto nelle prossime ore.

Chiaro che in questi giorni si lavorerà anche sull’aspetto mentale, perché Sarri è consapevole che il Napoli ha avvertito il colpo per la fuga della Roma. L’euforia dell’impresa a portata di mano rischia di lasciare spazio alla delusione: l’impressione, d’altronde, che la più esperta truppa di Spalletti avrebbe il braccio molto più fermo, se gli capitasse di servire il match-point. 

Il secondo posto è un’utopia lontana 4 punti ma Sarri resta fermo come una sentinella che non arretra mai sul confine: «Il secondo posto resta ancora il nostro obiettivo e nessuno deve smettere di crederci», ha ripetuto per dare coraggio. Ma non solo: perché il record di punti del club azzurro è in fondo al tunnel e Sarri vuole migliorarlo.
Nessun accenno all’arbitraggio, quello che doveva dire contro Damato lo ha detto e ripetuto più volte: il tecnico azzurro sa che il Napoli si rialza ogni volta, e le sue partite decisive diventano magnifiche corride. 
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