Scudetti, rimpianti e goleade
Lazio-Napoli nel segno di Chinaglia

Scudetti, rimpianti e goleade Lazio-Napoli nel segno di Chinaglia
di Mimmo Carratelli
Venerdì 7 Aprile 2017, 08:01
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Giorgione Chinaglia è nella storia tra Lazio e Napoli. Carlo De Gaudio, emerito dirigente napoletano, l’attrasse all’Internapoli a vent’anni, nel 1967, seconda squadra cittadina con Pinotto Wilson e Peppiniello Massa. Poi fece un affarone cedendolo alla Lazio (1969).

Con la maglia biancoceleste, Long John tempestò il Napoli con sette gol in dodici sfide. Memorabile la tripletta al San Paolo nel 1974, l’anno della Lazio campione d’Italia. Botta e risposta (3-3). Vantaggio azzurro con Clerici, pari di Chinaglia, a segno Juliano, di nuovo Chinaglia, terzo vantaggio del Napoli con Clerici e rigore finale di Chinaglia che aveva siglato anche l’1-0 dell’andata a Roma.

Fu nell’anno precedente che la doppia sfida divampò in uno scontro di lunghi coltelli e la Lazio perse lo scudetto a Napoli. All’andata, la squadra di Maestrelli e Chinaglia stravinse (3-0) e in campo ne successero di tutti i colori. I laziali, una banda di straordinarie lenze e virtuosisti della palla, presero a deridere gli azzurri (Juliano, Carmignani, Zurlini, Vavassori, Improta, Damiani) che se la segnarono al dito per il “ritorno”.

E il “ritorno” fu un inferno per la Lazio che lottava in testa con la Juve (entrambe a 43 punti). La Lazio resisteva a Napoli sullo 0-0, la Juve andava sull’1-1 a Roma contro i giallorossi, pari bianconero di Altafini. Sarebbe stato necessario lo spareggio-scudetto.

La condanna venne nel finale delle due gare. La Juve passò 2-1 sulla Roma con un gol di Cuccureddu (87’), due minuti prima che il Napoli, col “sangue agli occhi” per la partita dell’andata, giocando alla morte, battesse la Lazio 1-0 con un gol di Damiani. Lo “sfregio” segnò per sempre i rapporti fra Napoli e Lazio. La Juve volò a 45 punti campione d’Italia, la Lazio rimase inchiodata a 43.

Giorgio Chinaglia è morto a Naples, in Florida, l’1 aprile 2012. Aveva 65 anni.
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