Sebastiani: «Verratti è tifoso della Juve, per questo disse no al Napoli»

Sebastiani: «Verratti è tifoso della Juve, per questo disse no al Napoli»
di Pino Taormina
Sabato 14 Gennaio 2017, 09:45
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«Verratti e Lapadula non mi hanno fatto fare bella figura con il Napoli, ma De Laurentiis sa bene che non è stata colpa mia». Daniele Sebastiani è il presidente del Pescara che domani prova a fermare la corsa degli azzurri dopo aver rovinato la prima di campionato alla squadra di Sarri. 

Sebastiani, prima o poi lo darà un calciatore al Napoli?
«Beh, De Laurentiis non mi ha chiesto ancora nessuno ma per il prossimo anno ha solo l’imbarazzo della scelta: da Cerri e Vitturini, da Brugman a Zampano da noi c’è un bel po’ di ragazzi molto interessanti».

Eppure c’è sempre qualcosa che va storto.
«Io Verratti a De Laurentiis volevo darlo anche perché il Napoli è stato l’unico club in Italia a non fare solo chiacchiere ma a fare un’offerta molto vicina ai 12 milioni che poi ha speso il Psg. Ma io non posso farci nulla se Verratti è juventino e che disse a tutti che lo era. Ed è per questo che decise che non era il caso di andare a giocare nel Napoli».

Lapadula invece era milanista?
«Anche qui: l’accordo col Napoli era stato raggiunto ma io mica potevo costringerlo ad andare dove non voleva andare... In ogni caso credo che al Napoli nessuno senta la mancanza di Lapadula».

Lei chi ruberebbe al Napoli?
«È un dream team, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Spero solo che domani il mio vecchio pupillo si ricordi del bene che qui gli abbiamo voluto e non infierisca troppo».

Il pupillo è Lorenzo Insigne?
«È il vanto del calcio italiano. Non ci sono giocatori col suo talento in giro. Negli ultimi tempi è maturato ancora di più rispetto ai tempi del Pescara di Zeman».

Domani la sfida è davvero come una lotta ad armi impari?
«E noi con le nostre piccole fionde proveremo a fermare questo carrarmato azzurro. Nessuno di noi pensa di venire a fare una figuraccia al San Paolo. Però non è neanche colpa nostra se c’è tutta questa disparità di valori...».

In che senso?
«Ci si lamenta sempre perché le piccole sono sempre più piccole. Ma finché ci sarà questa ripartizione dei diritti televisivi, impossibile competere con la Juventus o le altre big italiane».

Tavecchio sostiene che è impossibile ridurre la serie A da 20 a 18 perché proprio le piccole direbbero di no.
«Non è vero. Ma è impensabile che venga riformata solo la A e non anche le altre serie minori, a partire dalla serie B. E in ogni caso il problema non è il numero delle squadre, ma il fatto che la distribuzione delle risorse non consente a chi è piccolo di poter crescere».

Sebastiani, credete ancora nella salvezza dopo aver conquistato 9 punti in 19 giornate?
«Sì, anche perché penso che qualche punto in più nel girone di andata potevamo averlo. Credo che sia una corsa a 4 per conquistare un solo posto: una specie di mini-torneo dove decisivi saranno gli scontri diretti».

La rincorsa non passa per Napoli?
«Nella tabella nostra è una partita rossa, ovvero proibitiva. Ma lo era anche all’esordio quando mai avremmo pensato di fermare gli azzurri. Magari ci riesce anche domani pomeriggio. Un risultato positivo sarebbe importante perché darebbe a tutto l’ambiente grande entusiasmo».
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