Biagio D'Angelo medaglia d'oro in Ungheria

Biagio D'Angelo medaglia d'oro in Ungheria
di Diego Scarpitti
Lunedì 17 Luglio 2017, 20:52
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Si presenta bene nella sua nuova famiglia. Sfoggia il suo biglietto da visita e mette in chiaro da subito le sue intenzioni personali. Da una settimana è ufficialmente un atleta delle Fiamme Oro, gruppo sportivo della Polizia di Stato, che l’ha accolto a braccia aperte. Galvanizzato dall’indossare la tanto desiderata divisa blu, Biagio D’Angelo s’impone in modo massiccio in Ungheria agli Junior European Judo Cup. Battesimo di fuoco a Paks per l’allievo del maestro Gianni Maddaloni, che di certo non dimentica i suoi preziosi insegnamenti ricevuti nella palestra della Star Judo Club: il non più cadetto conquista una pesante medaglia d’oro e sopravanza nel ranking internazionale. Collega dei più celebri Sandro Cuomo, Davide Tizzano, Valentina Vezzali, Pino Maddaloni, Marco Di Costanzo, il judoka diciottenne partito da Scampia si mette in luce proprio nella terra di Antal Kovacs, oro olimpico a Barcellona 1992 e Akos Braun, campione europeo ad Amsterdam e mondiale al Cairo nel 2005.

“Questa medaglia è arrivata dopo due sconfitte, cui non ero minimamente abituato, causate dal cambio di categoria e classe d’età, ma sono sempre stato sicuro che con il lavoro, prima o poi, le soddisfazioni sarebbero arrivate. Ringrazio di cuore la famiglia Maddaloni, che fa e farà sempre parte delle mie vittorie. Dedico questo trionfo alle Fiamme Oro, che mi hanno accolto da poco, al coach Dario Romano e a tutto il suo staff. Rivolgo un pensiero doveroso a mio padre Mimmo, che mi seguirà ovunque, a mia madre Rita che sarà sempre al mio fianco, ed anche alla mia sorellina Gaia” dichiara entusiasta Biagio D’Angelo (60 kg), “guerriero” partenopeo del tatami.
Risuona l’inno di Mameli al termine del derby delle Due Sicilie in finale. Battuto mediante wazari Patrick Cala Lesina al golden score. Il mondo ai piedi di D’Angelo, che mette al tappeto in una serie di incontri lunghi e impegnativi prima il rumeno Simo, con non poche difficoltà l’australiano Katz, che lo scorso anno prese parte ai Giochi di Rio, poi il padrone di casa Bence, sorretto dal tifo locale e l’elvetico Erne.

Passo dopo passo si lavora in vista di Tokyo 2020 con maggiore tranquillità e rinnovata fiducia. Ancora lunga e insidiosa la strada da percorrere. Molti i chilometri da macinare. Prossima tappa l’Europeo di Berlino, per crescere correttamente e gradualmente e continuare a sperare in un sogno a cinque cerchi.
 
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