Civica Benemerenza a Elio Fusco,
numero 9 della Partenope scudettata

Benemerenza
Benemerenza
di Diego Scarpitti
Venerdì 19 Aprile 2019, 21:42
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«La Città di Napoli, con commossa memoria e nel ricordo di Elio Fusco, maestro di vita e maestro di sport, in segno di profonda gratitudine per la sua intensa, appassionata attività sportiva, che ha dato lustro alla nostra città, di campione dotato di infinito estro e riconosciuto talento, esempio indelebile per le giovani generazioni, con ammirazione ed orgoglio per la sua instancabile attività sociale, di cittadino esemplare, di uomo libero che, con dedizione, altissimo senso civico, grande umanità ha combattuto le ingiustizie ed ogni forma di discriminazione e di sopraffazione, in difesa dei lavoratori, dei giovani e delle fasce più deboli del nostro territorio e della nostra comunità». E’ quanto si legge sulla targa consegnata dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e dal presidente del Consiglio comunale di Napoli, Alessandro Fucito, ai figli di Emilio «Elio» Fusco, che ha ricevuto, post mortem, la Civica Benemerenza.  Nel corso della cerimonia presso la Sala dei Baroni, al Maschio Angioino, è stato presentato il volume «Chiamatemi Elio – Storia di un Maestro di vita e di Rugby», a firma di Gigetto Fusco.
 
 

«Elio un napoletano che ha amato la città in maniera smisurata e che ha portato Napoli a testa alta: lavorava in silenzio. Sono orgoglioso che ci sia il primo cittadino ad aver consegnato il prestigioso riconoscimento: si scrive una pagina importante», spiega visibilmente commosso l’autore del libro. «Elio Fusco è stato un grande uomo, che ha speso la vita per lo sport, la legalità e la solidarietà. E poi il messaggio forte del rugby, disciplina di grandi valori, non solo muscolare ma di cuore, intelletto, spirito di squadra e rispetto per l’avversario», dichiara orgoglioso l’inquilino di Palazzo San Giacomo. «Con eleganza e rispetto, Fusco ha portato avanti il valore sportivo e sociale del rugby, promuovendo la fatica, il rispetto delle regole, il principio di carità, germe per i figli di non darsi per vinti e continuare l’opera paterna», afferma Fucito. «Fusco coinvolgeva i ragazzi, consentendo loro di sprigionare energie. Grande esempio, storia autentica del nostro territorio, un simbolo e una figura alta e nobile di Napoli. Colmata una profonda mancanza».

Tra gli scranni Gianni e Pino Maddaloni, vanto del judo napoletano e internazionale, la delegazione del Circolo Posillipo con il tecnico Roberto Brancaccio, il consigliere alla pallanuoto Luigi Massimo Esposito, Fulvio Di Martire, pluriscudettato rossoverde. Presenti gli ex compagni di squadra di Fusco, Alessandro Gerolmini, Gennaro De Falco, Gennaro Perrino, Rodolfo Siano, Paolo Grandoni, Gaetano Vellecco, Vincenzo Trapanese, che vinsero il primo tricolore il 9 maggio 1965 allo stadio Collana, impresa poi replicata l’anno successivo. «L’amicizia rimane nel cuore. Spero che le nuove generazioni percepiscano i valori del rugby e che possano continuare la nostra tradizione e migliorarla, se possibile», così il capitano della Partenope, Marcello Martone. Tratteggia la figura di Elio Fusco nella prefazione del libro l’avvocato civilista e mediano d’apertura Erasmo Mimmo Augeri. «Imprevedibile, arguto, intelligente. Lealtà e sorriso: Elio è riuscito ad inculcare i principi del saper vivere, personaggio eccezionale, esplosivo nelle espressioni e fantasioso. Viveva il rugby in maniera ossessiva. 25 anni di vicinanza strettissima. E l’amministrazione comunale ricorda che c'è stato qualcuno in grado di portare il nome di Napoli in alto».

Approvano e applaudono la tuffatrice Carolina, nove volte campionessa italiana e medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo, sua figlia Chiara, talento della scherma napoletana, Alessandro Fusco, preparatore atletico del Posillipo, nonché padre di Emilio, giovane rugbista in ascesa, e di Giovanna, brillante judoka, bronzo mondiale in Cile, atleta della Polizia di Stato, Aldo Barbi, il presidente dell’Amatori Napoli Rugby, Diego D’Orazio, con il direttore sportivo verdeblu, Gabriele Gargano, il presidente della Fir Campania, Fabrizio Senatore. «Elio Fusco proprietario di classe infinita, patito, fissato per il rugby. Nella testa, nel cuore, negli occhi la palla ovale era onnipresente», la descrizione perfetta dell’indimenticato numero 9 da parte del giornalista Franco Esposito.  
 
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