Coppa Davis, arriva la rivoluzione:
nascono le “Finals” che piacciono ai big

Coppa Davis, arriva la rivoluzione: nascono le “Finals” che piacciono ai big
Giovedì 16 Agosto 2018, 18:29 - Ultimo agg. 18:31
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Via libera alla riforma della Coppa Davis. Nella terza e conclusiva giornata di lavori dell'incontro annuale dell'Itf, in svolgimento ad Orlando, in Florida, le 144 federazioni nazionali presenti - rappresentate da 242 delegati – hanno infatti approvato la rivoluzione proposta a partire dall'edizione 2019 dall'Itf, la federazione internazionale guidata dal presidente David Haggerty, una riforma destinata a trasformare in modo radicale la competizione a squadre maschile più antica e prestigiosa del mondo con 118 anni di storia. Per l'approvazione definitiva era necessaria una maggioranza dei due terzi, ovvero il 66,66% dei voti degli aventi diritto (erano presenti 422 voti su un massimo teorico di 462), e la proposta è passata con il 71,43% di consensi.

La Davis cambia radicalmente, si deciderà tutto in una settimana, con sei gironi da tre squadre (12 qualificate dai preliminari, 4 semifinaliste dell'anno precedente e due wild card) e qualificazione ai quarti delle prime classificate e delle due migliori seconde. Vista l'incidenza maggiore della classifica avulsa, del quoziente game e del quoziente set, con le squadre che all'ultima giornata già saprebbero quale risultato servirebbe per passare il turno, conterà molto la determinazione dei punteggi per ogni vittoria, sia all'interno del singolo tie che nell'economia del girone. Ogni incontro delle Finals, infatti, si disputerà al meglio delle tre partite, due singolari e un doppio, tutte al meglio dei tre set. Far sì che una sconfitta 3-0 dia zero punti e una per 2-1 ne assegni uno, un po' come avviene nel Mondiale di volley dove in caso di tiebreak si assegnano due punti ai vincitori e uno agli sconfitti, garantirebbe ad esempio incontri più competitivi.

Di sicuro, l'evento sarà molto televisivo e potrebbe offrire svariate soluzioni al mondo broadcast per esaltarne emozioni e spettacolarità. La simultaneità degli incontri in sede unica è infatti garanzia di copertura televisiva, mentre la riduzione del numero di incontri e di set faciliterà l'inserimento dell'evento nei palinsesti delle tv generaliste. Il nuovo format avrà un impatto anche sul comportamento dei tifosi, chiamati a dover seguire la propria squadra in trasferta, come avviene già oggi ad esempio per le Olimpiadi o per le grandi rassegne internazionali a squadre. Più complessa sarà l'assegnazione dell'evento finale. La nuova formula, infatti, ha bisogno di una sede adatta in grado di accogliere più sfide. Per il 2019 si giocherà allo stadio Pierre-Mauroy di Lille, che ospita le gare interne dei Dogues, i Mastini, come viene identificata la locale squadra di calcio. L'impianto, che ha già ospitato le finali di Davis del 2014 (vittoria della Svizzera di Federer e Wawrinka) e del 2017 (successo della Francia sul Belgio), è un gioiello architettonico dell'impiantistica sportiva e gli organizzatori hanno promesso la costruzione di tre nuovi campi. Lille di fatto ha superato la concorrenza anche della Caja Magica di Madrid, che già dispone di tre show court con tetto retrattile.

Un evento di questa portata avrà bisogno di sedimentarsi anche nella mente degli appassionati, abituati alla vecchia formula, e renderlo itinerante potrebbe portare ad accorciare i tempi. Sembra questa la strada intrapresa dall'ITF e dal gruppo Kosmos, che ha già ottenuto l'appoggio del miliardario statunitense Larry Ellison, patron di Oracle e proprietario dell'Indian Wells Tennis Garden in California, la sede del primo grande torneo in calendario negli Usa dopo gli Australian Open. Ellison ha promesso di investire nella nuova Coppa Davis e si è detto onorato, in una dichiarazione pubblicata sul sito del Desert Sun, «che l'Indian Wells Garden sia preso in considerazione per ospitare 18 nazionali nella nuova fase finale della Coppa Davis per il 2021».

Il successo di questo evento, nella vecchia come nella nuova configurazione, passa soprattutto dalla presenza dei top player, che l'anno scorso sono apparsi decisamente favorevoli alla formula della Laver Cup, esibizione fra Europa e Resto del Mondo in cui riecheggia lo spirito della golfistica Ryder Cup. La presenza di un ricco montepremi potrebbe sicuramente essere da stimolo per i top player. I pareri favorevoli alla riforma di Nadal e Djokovic sono certamente un buon punto di partenza perché la rivoluzione diventi evoluzione.
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