Urso, felicità azzurra:
tris di medaglie agli Europei

Salvatore Urso - foto Augusto Bizzi
Salvatore Urso - foto Augusto Bizzi
di Diego Scarpitti
Lunedì 20 Agosto 2018, 13:23
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«Napoli magica». Il riferimento è al titolo del nuovo libro del giornalista e redattore capo de Il Mattino,Vittorio Del Tufo, ma ancor più alla fantastica impresa compiuta da Salvatore Urso a Dublino. Al triplete d’oro di Vincenzo Boni nella categoria S3, il tesserato Noived Napoli, società presieduta da Rocco De Icco, risponde con un tris pesante: argento nei 400 stile libero (5’17”56); primo frazionista (1’08”79) e bronzo nella staffetta mista non vedenti 4x100 sl, la prima nella storia del nuoto paralimpico italiano e subito record con il crono di 4’03”86 insieme ad Alessia Berra, Carlotta Grilli e Fabrizio Sottile; bronzo nei 100 delfino S11 (1’10”95), nel campo della disabilità visiva più grave. Immenso Salvatore, che ai World Para Swimming European Championships lascia più di un segno e sigla tempi incredibili. Ha gareggiato per ben sei volte nei 50, 100 (1’06”66) e 400 (5’17”56) sl, 100 delfino, 100 rana (1’34”), 200 misti (2’52”06, nonostante il problema degli occhialini sganciati), macinando chilometri clorati e facendo registrare tre primati italiani assoluti.

«Più i sogni sono grandi, più è grande la fatica», Urso si ispira alla «freccia del Sud» Pietro Mennea, quale «esempio di umiltà e determinazione per andare lontano». Può ritenersi ampiamente soddisfatto Urso (nelle foto di Augusto Bizzi), al cospetto di rivali quotati, gli ucraini Smyrnov e Serbin. «Dedico le vittorie al tecnico Luca Del Giudice che mi allena allo Sporting Club Flegreo, ai miei genitori Teresa e Giovanni, a mio fratello gemello Francesco, un talento in matematica, ai miei amici, ai miei nonni, zii e cugini sempre vicini, nel momento in cui c’è bisogno di accompagnarmi in piscina e in palestra: si sa, nel Mezzogiorno non è mai facile per i trasporti, ancor meno per una persona con disabilità».
 
 

Nato a Napoli il 24 settembre 1999, vive a Quarto, dove ha conseguito da poco la maturità scientifica (95/100) all’Istituto superiore di secondo grado Rita Levi Montalcini. «In Italia è molto difficile studiare e nuotare al contempo, soprattutto ora che inizio l’università». Test d’ingresso a Fisioterapia il 12 settembre. Bilancio estremamente positivo nella rassegna continentale: un esordio con il botto. «Europeo straordinario: è andato benissimo. Un ringraziamento particolare alla tapper Elena Grosso», dichiara Urso al microfono di Rai Sport, intervistato in mixed zone da Arianna Secondini. Il tempo speso negli allenamenti e i sacrifici evidenti fruttano davvero. «Vorrei dire ai ragazzi di praticare sport, perché fa bene mentalmente e fisicamente, gratifica, dà sollievo molto più che stare seduti davanti ad un film a mangiare popcorn». Passione per il nuoto sviluppata guardando le Olimpiadi di Pechino 2008. «Volevo giocare a calcio ma i miei genitori mi iscrissero in piscina: interruppi, poiché demotivato. Poi mi contattò Luca Del Giudice e da allora sono motivato, spinto dalla forza di volontà con obiettivi da raggiungere». Diciottenne tifoso del Napoli e appassionato di cucina («amo mangiare»), ascolta musica rock: «Vasco Rossi e i Pink Floyd i miei cantanti preferiti». Si diletta, inoltre, a suonare la batteria con il gruppo «Old Street», così denominato dalla zona in cui vive, «Via Vecchia». Dagli Europei giovanili a Genova nell’ottobre del 2017 a quelli senior in Irlanda sempre a podio. «In Liguria vinsi sei medaglie: tre ori nei 100 e 400 sl e 100 delfino, tre argenti nei 200 misti, 100 rana e 100 dorso». Di lui entusiasta il commissario tecnico Riccardo Vernole. «Il nuoto è la mia vita, l’acqua è la vita di tutti». Napoli MaGiCa, anche senza il trio delle meraviglie. Felicità azzurra targata Salvatore Urso.
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