Molinari dopo essere balzato al comando nel secondo giro si è addirittura migliorato nel terzo, mettendo a segno un -6 che lo ha proiettato al comando da solo. Ha guadagnato colpi su tutto il field. Ora lo inseguono Woods e Finau che sono staccati di due colpi e che oggi pomeriggio proveranno a contrastarlo. Ancora una volta, Molinari ha portato a termine un giro senza bogey (il totale sale a 43 buche consecutive senza errori), nessuno come lui. Nel suo score 6 birdie alle buche 6,8, 12, 13, 14 e 15. Ma lui stesso ammette che decisivi sono stati i putt per salvare il par alla 4 e alla 5, utili a non perdere terreno nei confronti di una concorrenza che viaggia a ritmi forsennati (Finau e Webb Simpson chiuderanno a -8 di giornata).
La realtà è che il suo gioco, ancora una volta, non ha avuto sbavature: perfetto dal tee, puntuale sul green, impeccabile con il putt. E anche quando le cose rischiavano di mettersi male, se l’è cavata da campione. Alla 18, per esempio, è finito in bunker con il secondo colpo: l’uscita è stata perfetta, palla a un metro dalla buca e par da applausi. Il pubblico si è alzato in piedi per omaggiarlo: Molinari continua a guadagnare sostenitori. La gente lo chiama e lo incita. In fondo, anche la sua sobrietà, il suo non essere mai sopra le righe rappresentano un valore. Ovvio: nessun paragone con altri giocatori americani e men che mai con Tiger Woods.
Quello che accade intorno alla Tigre ha dell’incredibile. Il boato che accompagna ogni suo colpo e soprattutto ogni suo birdie non ha eguali. Lo riconosci da qualunque distanza. Ma parliamo di Tiger Woods, di un giocatore che ha fatto la storia. Se stiamo all’oggi, però, Molinari non ha nulla da invidiare al suo grande avversario: lo ha superato all’Open Championship, lo ha battuto più volte in Ryder Cup e se lo è lasciato alle spalle anche nella sua prima vittoria sul Pga Tour al Quicken Loans. Oggi la prova decisiva: in palio c’è il Masters.