Guanto d'Oro 2018: straordinario poker della napoletana Assunta Canfora

Assunta Canfora
Assunta Canfora
di Diego Scarpitti
Mercoledì 18 Luglio 2018, 08:29
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E quattro. Guantoni e Guanto D'Oro. Record assoluto per Assunta Canfora a Rivisondoli. Alza il pugno al cielo la boxeur napoletana (69 kg), che si riconferma indiscussa atleta da battere nel Trofeo Luisella Colombi, dedicato alla ragazza scomparsa due anni fa. Combatte battaglie al di là di ogni sopportazione e rischia molto, per realizzare il suo sogno. Road to Tokyo 2020 certamente. Procedendo per gradi e tappe. Prima lo step dei Mondiali di novembre 2018, poi il banco di prova degli European Games di Minsk 2019. In Italia come all’estero la «firewoman» sa farsi valere e apprezzare, tanto da ricevere complimenti da avversarie e tecnici stranieri. Soltanto un mese fa la conquista del bronzo continentale a Sofia, capitale che continua a portarle bene, visto il terzo posto maturato nel 2016 con i colori dell’Italia Boxing Team, ora il poker calato in linea di continuità con i successi di Milano 2017, San Remo 2016, Viterbo 2015. «Ho dato tutto per trionfare. Si tratta del quarto Guanto d’Oro che vinco in tre diverse categorie di peso. I due anni di Nazionale mi hanno dato la possibilità di crescere e arrivare sempre più lontano», spiega la tesserata dell’associazione sportiva dilettantistica Leone Fazio, allenata dal maestro Rosario Colucci.
 
 


Avvio pugilistico a fine agosto 2014 e inizio dell’attività agonistica nell’aprile 2015. Breve storia ma già intensa e ricca di soddisfazioni. Canfora guerriera sul ring e nella vita. «Non è facile vivere con la valigia sempre pronta, lontano da casa e lontano dagli affetti». Classe 1992, la ragazza di Miano intende costruire in modo solido il suo avvenire. «Spero di entrare nelle forze armate e in un gruppo sportivo». Desideri ragionevoli e legittimi di una giovane del Sud, che non scansa sacrifici e fatiche. Ai quarti superata Sara Ruggeri, in semifinale messa ko Giulia Chiodo. Finale campana contro Francesca Amato. «È stato quasi il match più duro della mia carriera soprattutto a livello emotivo. Francesca ed io siamo amiche. E’ un'atleta con tanta esperienza e tanto brava: abbiamo combattuto senza esclusioni di colpi e ce ne siamo date davvero di santa ragione». Sul quadrato né sconti né scherzi. Doveroso, però, staccare un po’ la spina e ricaricare le batterie. E appendere i guantoni solo momentaneamente, per le vacanze.
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