La Carpisa Yamamay Acquachiara
battuta 11-6 dall'ex Lamoglia

Andrea Lamoglia
Andrea Lamoglia
di Diego Scarpitti
Sabato 12 Gennaio 2019, 22:54
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Impera la legge degli ex. «Emozionato di ritrovare per la prima volta il club che mi ha cresciuto e permesso di giocare in serie A1 per sette anni». Dagli esordienti alla finale di Euro Cup, persa proprio contro Mauro Occhiello, «che mi sarebbe piaciuto avere come allenatore», Andrea Lamoglia (nella foto di Manuel Schembri) non dimentica il suo percorso sportivo in calottina biancazzurra. Altri tempi e altre storie per l’attuale portiere del Telimar Palermo, vittorioso 11-6 (2-0, 2-2, 3-2, 4-2) contro la Carpisa Yamamay Acquachiara. «Una partita nella partita», osserva il napoletano al primo anno in Sicilia. Il suo un «addio doloroso» e la scelta «sofferta» di allontanarsi dalla sua città. «Mi mancano i derby all’ombra del Vesuvio», spiega Andrea, che subito si è integrato nell’isola. «Mi trovo bene. Si e' creato un bel gruppo: società molto seria che fa del senso di appartenenza la propria arma più incisiva. E’ scattata la giusta intesa tra noi giocatori e la dirigenza». E con Massimiliano Migliaccio punta dritto e convinto ai playoff. «Progetto ambizioso il nostro». Comincia con una sconfitta il 2019 per la Carpisa. «Sempre avanti nel punteggio, abbiamo fatto valere il fattore campo», precisa Lamoglia, artefice di una buona prestazione, agevolando il compito della squadra di Mustur. «Bravi loro, noi non siamo stati all'altezza della situazione. Abbiamo subito troppo il gioco fisico degli avversari, troppe volte ci siamo fatti sorprendere dalle loro ripartenze. Non mi è piaciuto l'arbitraggio, ancora una volta siamo stati penalizzati da decisioni assolutamente inspiegabili. Con questo non voglio assolutamente mettere in discussione la legittimità del successo del Telimar, avrebbero vinto lo stesso», afferma Occhiello. «Disuniti: non abbiamo giocato di squadra. Pensiamo all’impegno di sabato prossimo contro il Cus Unime a Santa Maria Capua Vetere». Decisi immediatamente a voltare pagina Lorenzo Briganti e compagni.
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