Napoli chiama Varese: il football Usa
rischia di sparire all'ombra del Vesuvio

Napoli chiama Varese: il football Usa rischia di sparire all'ombra del Vesuvio
di Diego Scarpitti
Mercoledì 16 Maggio 2018, 18:22
4 Minuti di Lettura
Bereshit. In principio il Collana. Poi il diluvio e il vuoto cosmico. Le soluzioni tampone e straordinarie rischiano di diventare normali in questa città, dove le emergenze si diluiscono in ordinarietà.  «È sempre cos’e nient» avrebbe detto con proverbiale nonchalance Eduardo De Filippo, sdrammatizzando e sminuendo il grattacapo che persiste da troppo tempo. Continua a riscuotere successo il football americano all’ombra del Vesuvio ma rischia seriamente di sparire, causa l’endemica e atavica criticità: l’assenza di una location adeguata dove poter svolgere allenamenti e partite. Toppa su un vestito lacerato il centro sportivo Oasi, in via Manzoni. «Avevamo prima la sede del Collana: eravamo concessionari. Ora siamo costretti ad accettare l’invito degli Skorpions Varese, essendo con loro gemellati, dove il problema non sussiste. Per provocazione andremo là ad allenarci: non hanno alcuna difficoltà ad offrirci un campo» dichiara Nicola Salvi, presidente degli 82ers – American Football Club Napoli. I suoi ragazzi, dopo aver travolto Roma Scuola Football 41-0, si sono imposti 30-6 nel derby campano contro gli Steel Bucks Caserta, seconda prova del Southern Bowl 2018. «E’ molto deprimente con tutte le strutture che ci sono a Napoli, dover accettare quest’invito. Quasi quasi i nostri costi diminuiscono ad andare una volta al mese in Lombardia, rispetto all’utilizzo di impianti privati qui: i ragazzi vengono da tutti i quartieri di Napoli, cerchiamo di fare attività di tipo sociale. Non ci sono grosse disponibilità né le pretendiamo. Vogliamo che i ragazzi giochino e sappiano cos’è lo sport. Se occorre, andremo a Varese». Extrema ratio annunciata dal patron Salvi. Non si tratta di un paradosso, considerando la drammatica situazione impiantistica urbana e regionale. «Non c’è neppure la possibilità di un bando, di concorrere in molti ad una o più strutture. E’ assurdo per una città come Napoli che ha milioni di abitanti: immaginate quanti ragazzi potrebbero essere attratti dallo sport. Non è retorica: lo sport insegna valori e disciplina, infonde fiducia» scandisce Salvi.
 
 

Strategia comune indicata anche dal  Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero De Raho, in occasione del Tennis and Friends, e dal questore di Napoli Antonio De Jesu, durante la cerimonia CONI al Maschio Angioino. «La pratica sportiva e soprattutto l'educazione ai valori sportivi della lealtà e del rispetto dell'avversario possono e debbono rappresentare un pilastro formativo per i nostri giovani, importantissimo antidoto alla frequentazione delle 'strade' dell'illegalità e delle criminalità. Più impianti sportivi in città sarebbero sinonimo di meno adolescenti 'perduti' per strada». Sport come prevenzione nella visione di De Raho. «Servono strutture e uomini per dimensionare il disagio giovanile nei quartieri a rischio. Lo sport sottrae i ragazzi dalle strade attraverso centri di aggregazione. Bisogna intraprendere percorsi condivisi all’educazione e all’etica, al di là di chiacchiere e retorica» il ragionamento formulato da De Jesu. Considerazioni finite nel dimenticatoio e sepolte dalla polvere. «Vorremmo far comprendere la comunanza, la fratellanza, la solidarietà, vincere e perdere insieme. Se non riusciamo nella città che amiamo, dove i costi ci sono sempre per gli sport minori, che si muovono senza sponsor, -lo dico da meridionalista acceso-, andremo a Varese per la sicurezza del campo. Lì gli enti offrono le strutture alle associazioni, perché le gestiscano e facciano attività: sanno che lo sport è crescita del Paese, come dimostrato dai fatti e dagli anni».

Quattro i touchdown realizzati dai padroni di casa nel primo tempo: Simone Stendardo due volte, Dario Minucci, Cristiano Izzo. Trasformazione di Marco Gervasio per i biancoblù, Salvatore Merola per gli arancioni. Da segnalare un safety di Marco Miale. Napoli – Caserta la situazione non cambia: identici problemi impiantistici. Arduo venirne a capo. «Servirebbe sensibilizzare nei confronti dello sport in generale. Noi, e tutti quelli che vengono considerati minori a fronte del calcio, siamo penalizzati. Il nostro è un campionato nazionale, in qualunque veste venga svolto. Torneo con Taranto, Roma e Napoli: in gioco il Sud Italia. Siamo costretti a pagare di tasca nostra le strutture, per poter far fronte a queste difficoltà: semplicemente allenarci e dare la possibilità ai ragazzi di praticare lo sport che hanno scelto» afferma Paolo De Rosa, presidente degli Steel Bucks – American Football Team. All’ospitalità, se non al diritto d’asilo, richiesta dal presidente Salvi alla società gemellata di Varese, De Rosa suggerisce un’idea praticabile. «Si potrebbe avanzare l’ipotesi, visto che lo spazio c’è, al dottor Mauro Felicori, sovraintendente della Reggia di Caserta, di allenarci davanti o all’interno del sito vanvitelliano: potrebbe essere un’iniziativa promozionale non solo per il nostro sport ma anche per il turismo a Caserta». In attesa che si risolva la vexata quaestio, prossimo impegno per gli 82ers a giugno contro i Delfini Taranto, per sostenere la candidatura di Grottaglie Città europea dello sport 2020. «A furia ‘e ddicere “è cosa ‘e niente” siamo diventati cos’e nient» .
© RIPRODUZIONE RISERVATA