Nuoto, Paltrinieri conquista
la medaglia d'argento nei 1500 stile

Nuoto, Paltrinieri conquista la medaglia d'argento nei 1500 stile
di Piero Mei
Domenica 16 Dicembre 2018, 12:14 - Ultimo agg. 15:23
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Sette medaglie, senza l’oro, ma con l’argento della Quadarella, di Orsi e di Paltrinieri e con il bronzo della Carraro, di Detti, della 4x50 stile libero maschile e della 4x100 mista femminile, in vasca Federica Pellegrini, ultima frazionista e sua cinquantesima medaglia internazionale personale: numeri che sembrano la prova di quell’equazione che si sente nel mondo del nuoto, un oro europeo vale una medaglia mondiale (ma siamo 6 a 7) dato l’allargarsi globale della concorrenza (e che concorrenza: in più Usa, Australia, Cina, Giappone, Sudafrica e cani sciolti di tutti i continenti). Senza l’oro perché nella giornata conclusiva dei mondiali in vasca corta ad Hangzhou Gregorio Paltrinieri ha preso l’argento, strepitoso per come è venuto ma amarognolo per come è. Anche lui si dice “contento a metà”. Senza l’oro e con tanti “legni” (7), come si definiscono i quarti posti, e tanti record nazionali (17) e personali (36) migliorati, segno di buona salute.

GREG D’ATTACCO
Gregorio cerca di far saltare il banco, nuotando subito “alla Paltrinieri”, con la sua forsennata frequenza e senza troppo riguardo all’estetica. E’ il suo modo. Si mette subito sulla schiena la linea rossa che indica i passaggi del record del mondo che è suo, ed ai piedi l’ucraino Romanchuck, dalla bracciata meno furibonda.

Gregorio arriva ad avere quasi un paio di secondi di vantaggio, ma l’ucraino alla carbonara (è il suo piatto preferito, l’ha scoperto a Ostia), sembra in fase di attesa. I due punzecchiano il cronometro, ora è più veloce Greg, ora Romanchuck; gli altri concorrenti si sparpagliano tutti per la vasca corta e la medaglia d’oro è affare di quei due.

Quando passano i metri, più di mille, e le virate, che in tutto sono 59 e dunque non parteggiano per Paltrinieri che non ha lì il suo forte, si alzano i parziali di Greg, si abbassano quelli di Romanchuck. L’epilogo vede l’ucraino avvicinarsi e alla fine passare: 14.09:14 il tempo dell’oro suo, 14.09:87 quello d’argento di Paltrinieri, che è il suo secondo in carriera, superiore solo al record del mondo che resta suo. Greg si toglie la cuffia e la butta via con rabbia. Il re cede il trono, ma forse è una reggenza momentanea, perché un Paltrinieri così determinato, così rabbioso, così tignoso, è in grado di riprendersi lo scettro. Lo aspettano i mondiali in vasca lunga, metà virate, e le Olimpiadi. E lo aspettano le acque libere: Greg ha in programma lo straordinario per l’anno che verrà e quello dopo. Romanchuck non gli renderà la vita facile, ma ora Gregorio ha il dente avvelenato. Il bronzo del norvegese Christiansen arriva con 10 secondi di ritardo.

CONTENTO A META’
“Da una parte sono contento: non mi avvicinavo al record mondiale da quando l’ho stabilito. Vuol dire che sto lavorando bene. Agli Europei di Glasgow ero in gran forma, ma non ho potuti dare il massimo. Però mi discpiace anche” dice Paltrinieri.

E aggiunge: “Il risultato mi scoccia. Forse potevo vincere: non ci ho creduto abbastanza nella fase centrale. Non che mi accontentassi: ho tirato fino in fondo. Sul blocco ero decio e agguerrito, ho fatto la gara che volevo; però in quella fase ho avuto paura di tirare troppo, di forzare; potevo osare di più; se avessi spinto più forte intorno ai 600 metri avrei forse ammazzato la gara. Gli avrei dato cinque secondi, avrei dovuto provarci. Invece mi è rimasto attaccato ed è riuscito a risalire. Allo sprint ne aveva più di me: dovevo staccarlo prima”.

”La gara è stata bella; so che lui ha una chiusura strepitosa, alla Sun Yang; perciò dovevo tirare di più, vale per la prossima volta. Sto tornando ad altissimi livelli”. 

IL GIUBILEO DI FEDERICA
Splendida ed eterna, Federica Pellegrini è l’ultima azzurra a nuotare a questi mondiali, quarta frazionista nella 4x100 mista, che di mattina ha fatto il record italiano e in finale l’ha frantumato. Tocca quarta il muretto finale, ma è terza, giacché l’Australia finisce squalificata. Per cambio irregolare rana_delfino. E’ il premio a crederci sempre: la frazione della Pellegrini è stata la terza dell’intero gruppo.

Non poteva andarsene a mani vuote Federica, ed ha colto l’ultima chance. 58:39 per la Panziera al dorso, 1.04:47 per la Carraro alla rana, 56:41 per la Di Liddo al delfino e 52:11 per Federica allo stile libero, un totale di 3.51:38 che migliora il 3.53:89 della mattina.

SOTTO AL PODIO
Le due ragazze delfino, Ilaria Bianchi ed Elena Di Liddo, si classificano quarta e quinta, 56:39 per Ilaria, 56:50 per Elena che peggiora il 56:06 record italiano fatto ieri in semifinale. L’avesse ripetuto, sarebbe stata d’argento: sul signore di Lapalisse, quello che era vivo un quarto d’ora prima di morire, non si sarebbe detto di meglio. “Non mi aspettavo di arrivare quarta: è un buon punto di ripartenza” dice Ilaria.

SINFONIA AMERICANA
Aprono alla grande le ragazze americane, Kennedy, Comerdorf, Dahlia e Brown e vincono la 4x50 stile libero, 1.34:03; subito all’oro nella gara più attesa, i 100 stile libero, Caeleb Dressel, 45:62, che precede il russo Morozov e Chad LeClos, sudafricano. E nei 200 rana delle ragazze c’è la doppietta Usa, con la Lazor (2.18:32) e la Galat (2.18:62).

Intervallo in cima al podio, con Ryan Murphy secondo nei 200 dorso di uno straordinario russo, Rylov, 1.47:02 e poi di nuovo vetta a stelle e strisce con la Dahlia nei 100 delfino, 55:01, la gara dalle due azzurre. E anche qui doppietta Usa: seconda la Stewart.

IL SALUTO E’ D’ORO
Cameron Van der Burgh, sudafricano trentenne, lascia l’agonismo e lo fa da detentore del record del mondo nei 50 rana e da vincitore ad Hangzhou di due titoli mondiali: quello dei 100 e ieri quello dei 50 con 25:41. Ha trovato un lavoro a Londra e lascia il Grande Nuoto.

Nessun americano sul podio, né nessuna americana nei 50 stile libero, nei quali trionfa l’Olanda per due, con la Kromowidjojo che, 23:19. precede la Heemskerk.

IL GRAN FINALE
Happening conclusivo con le staffette dei quattro stili, 4x100, divise per sesso. “Quei bravi ragazzi” americani vincono con Murphy, Wilson, Dressel ed Held in 3.19:98 davanti a russi e giapponesi.

Poi, contro il codice cavalleresco che vorrebbe prima le donne, chiudono la rassegna le ragazze e c’è l’Italia che in qualificazione ha fatto il record nazionale. Le ragazze “born in the Usa” non sono da meno dei colleghi: l’oro è loro. Ma il bronzo, l’ultima medaglia dei mondiali, è azzurro.
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