Il Posillipo dei giovani, ma Silipo
ci crede: «Tifosi aiutateci»

Posillipo
Posillipo
di Diego Scarpitti
Giovedì 17 Ottobre 2019, 21:56 - Ultimo agg. 21:59
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Navigazione tra ostacoli e pericoli. Irrompono i venti e le acque si agitano. Il Circolo Posillipo si arrabatta, si affanna, annaspa persino tra i flutti, rischiando addirittura di essere travolto dalla marea. Tanti i problemi che attanagliano il glorioso club rossoverde: decreto ingiuntivo («caso Cecere»), parità di genere in merito alle quote sociali, main sponsor (Azimut), annunciato nel comunicato diramato alla vigilia della conferenza stampa di presentazione della squadra di A1 e poi assente (accordo saltato), «referendum anti pallanuoto» avanzato ad una settimana esatta dall’inizio della regular season e infine ritirato, in quanto abortito per scarsa adesione dei firmatari. Si aggiunga, inoltre, l’assenza di serenità, il clima di incertezza che regna sovrano e la mancanza di spazi acqua adeguati. Quadro potenzialmente esplosivo, una polveriera più che un sodalizio. Si rimane stupefatti.


 
«Il Circolo Posillipo dovrebbe essere considerato il prolungamento della nostra casa», ha scritto la socia Francesca Migliaccio nella missiva resa pubblica. «Dobbiamo avere tutti pazienza nella gestione del Circolo. La maggioranza vuole bene al Posillipo. Ne usciremo bene e supereremo le problematiche», assicura il presidente Vincenzo Semeraro. A luglio il team rischiava di essere seriamente smembrato con il drastico ridimensionamento del budget. Misure draconiane poste in essere.

«Il Circolo Posillipo è un patrimonio della città, luogo di sport che non deve prendere altri percorsi», sentenzia Ciro Borriello, assessore comunale allo sport. Sfoggia una cravatta di colore blu l’esponente della giunta de Magistris, prima di recarsi a Palazzo San Giacomo per la firma della convenzione con la SSC Napoli. Fosche nubi all’orizzonte. «Tra qualche giorno chiuderà la piscina di Scampia», annuncia Borriello, riferendosi all’impianto dedicato al compianto giocatore posillipino Massimo Galante, vincitore di scudetti e titoli giovanili, morto prematuramente. Senza tralasciare l’indisponibilità delle strutture di Poggioreale, Barra e del Vomero. «Non siamo capaci di amministrare le piscine. Ragioneremo sulla gestione comune con Fin e Circolo Posillipo». Costo per ogni singola gara alla Scandone 1200 euro: cifra esorbitante. E rivolgendosi a capitan Paride Saccoia e compagni Borriello ha esortato: «Orgogliosi della vostra presenza in A1. Siate protagonisti del vostro tempo».

C’è un’immagine eloquente postata da Andrea Scalzone su Facebook, che rende plasticamente l’idea. Pugno chiuso, braccio alzato, spicca il tatuaggio con la lettera S, calottina numero 10. Seduti in panchina Antonio Picca e Julien Lanfranco. Domenico Iodice con la 2. Alle spalle un incoraggiante Saccoia con Roberto Spinelli. Sulle gradinate del Foro Italico Luigi Massimo Esposito, Gianni Grieco, il consigliere Rino Fiorillo, Fulvio Di Martire e Carlo Silipo. Ritratto esplicito della grinta e dell’attaccamento al Circolo Posillipo e alla sua incomparabile storia. «Sabato 19 ottobre alle ore 17 sfida contro la Rari Nantes Florentia alla Scandone». «Dove il Posillipo non mette piede da due anni. E come se il Napoli si allenasse su un campo di calciotto», ricorre ad una metafora l’oro di Barcellona’92, Hall of Fame e direttore tecnico rossoverde.

«Strana la lista dei giocatori: ben 9 sono nati tra il 2000 e 2003». Compagine di millennials. «Un plauso va ai più grandi. I ragazzi sono vittime delle difficoltà gestionali che si stanno riversando sul loro rendimento. La squadra è già giustificata. L’allenatore Brancaccio sta trasmettendo sani valori. Chiedo ai ragazzi di stringere i denti, anche se le gengive sono sanguinanti», osserva Silipo. Se lo scorso anno il roster era il terzo più giovane d’Italia, l’attuale media età si è ulteriormente abbassata: da 22 a 20 anni, risultando la prima nel Belpaese clorato.

«Gli atleti sanno cosa vuol dire indossare la calottina del Posillipo», dichiara il tecnico Roberto Brancaccio, che si limita a presentare i players: Tommaso Negri, Giuliano Mattiello, Luca Marziali, i fratelli Massimo e Gianpiero Di Martire, Antonio Picca, Marco Ricci, Luca Silvestri, Jacopo e Pier Paolo Parrella, Gianluigi Foglio e i già citati Saccoia, Scalzone, Iodice, Lanfranco, Spinelli, con l’assistent coach Gennaro Mattiello, il medico sociale Guglielmo Lanni, il preparatore atletico Alessandro Fusco, i fisioterapisti Silvio Ausiello e Antonio Spagnuolo, gli allenatori delle giovanili Elios Marsili, Francesco Falco e Davide Truppa.

«Guerrieri, meglio gladiatori del terzo millennio», li ha definiti il vicepresidente sportivo Antonio Ilario. «Onorato e orgoglioso di vestire da cinque anni un Circolo così blasonato, nei cui confronti nutro un affetto particolare», argomenta Giancarlo Bosso, sponsor tecnico B-personal. «Posillipo scuola di tradizione nel mondo, campioni di vita e di sport», chiosa il presidente Fin Campania Paolo Trapanese. Mille (e più) difficoltà ma dal cuore rossoverde immenso.
 
 

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