Record del mondo e pioggia
di medaglie per Vincenzo Boni

Vincenzo Boni
Vincenzo Boni
di Diego Scarpitti
Lunedì 3 Dicembre 2018, 20:16 - Ultimo agg. 21:37
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Forever gold. «Yepa, yepa, yepa! Andale, andale! Arriba, arriba!». Lo Speedy Gonzales del nuoto paralimpico non fa sconti. Più veloce di un razzo. Infaticabile e imprendibile. Senza lesinare energie, non ammette pause né soste, pronto a riaggiornare di continuo i suoi trionfi e scrivere sorprendenti imprese. Con Vincenzo Boni in gara, il cuore è sottoposto a vibrazioni. Il messaggio più forte lo lancia ai campionati italiani assoluti in vasca corta per la Giornata mondiale della disabilità. «Non è pubblicizzata a dovere, non si dà il giusto risalto. Spero possa essere ricordata. Sogno un futuro senza barriere architettoniche e un mondo dove la disabilità non è qualcosa da escludere ma da integrare».
 
 

Confida nella maggiore incisività di Lorenzo Fontana, ministro per la famiglia e le disabilità. «L’alba di un nuovo giorno. Un inizio per muovere le acque». Affetto dalla sindrome di Charcot MarieTooth da quando aveva 6 anni, età in cui ha iniziato a nuotare, a Loano Boni ha raccolto cinque medaglie d’oro, impreziosite dal record del mondo nella gara dei 100 metri dorso S3 in vasca corta con il crono di 1'45"96. «Si è conclusa nel migliore dei modi la stagione agonistica 2018. Posso ritenermi davvero soddisfatto», ha dichiarato l’atleta del Caravaggio Sporting Village, tesserato per le Fiamme Oro. Gioisce il «diversamente competente», come ama definirsi, per le strepitose prestazioni siglate in piscina. «Sono contento del record del mondo. Mentalmente sono già proiettato al Mondiale in Malesia nel luglio del 2019 dopo le Universiadi a Napoli e in Campania. Sono consapevole di aver firmato un primato importante di caratura internazionale e dalla significativa valenza che si traduce in un surplus di fiducia». Suo malgrado il nuotatore napoletano si è reso protagonista involontario di un curioso episodio. «Rischiavo di perdere un oro», non come quanto accaduto a Davide Tizzano nel fiume Han ai Giochi di Seoul nel 1988, anno di nascita di Boni. «Zaino ribaltato fuori casa. Medaglia trovata da mio padre l’indomani. Fortunato che non sia passato nessuno». Cara poteva costare la distrazione e per fortuna lieto fine. Per il campione napoletano dall’invidiabile palmares le sfide non finiscono mai. Nella prossima settimana, infatti, al Dipartimento di Scienze sociali della Federico II discuterà la tesi dal titolo «Sport e disabilità. Fattori di inclusione e di esclusione nella pratica sportiva», relatore Luca Bifulco, docente in sociologia dello sport. Completa, così, il percorso di laurea in Culture digitali e della comunicazione. «Ringrazio il presidente del CIP, Luca Pancalli, e il presidente della FINP, Roberto Valori. Un grazie particolare va ad Antonio Gnassi per il prezioso lavoro di limatura dell’elaborato finale. Dedico la tesi alla mia famiglia». Pioggia di medaglie e in arrivo un titolo (accademico) per il velocista dell’acqua clorata. «Estremamente positivo il bilancio del 2018. Anno particolare, contrassegnato da molti cambiamenti e tante novità. Ho acquisito un pizzico di responsabilità e maturità in più. Ho compiuto 30 anni. Mi sono laureato campione europeo (indimenticabile il tris d’oro a Dublino), prossimamente dottore. Inoltre c’è una nuova persona nella mia vita che mi trasmette energia». Compagna di Nazionale e collega delle Fiamme Oro, Carlotta Gilli, della Rari Nantes Torino, sugli scudi con i due record mondiali griffati in Liguria: nei 100 stile libero S13 (59"30) e nei 100 farfalla S13 con (1’03"92). Ultimi brillanti risultati che seguono le 11 medaglie internazionali racimolate tra Città del Messico e Dublino (5 ori e un argento in America Centrale e in Irlanda 4 ori e un bronzo, acciuffato nella staffetta con il napoletano Salvatore Urso, Alessia Berra e Fabrizio Sottile). Amore nato in corsia. Vorrebbe che la sua squadra del cuore superasse il girone di ferro. «Speriamo di proseguire in Champions e uscire illesi da Anfield: con Carlo Ancelotti tutto è possibile». Impossible is nothing. Contro ogni sorta di ostacolo e avversità, per l’integrazione sostanziale delle persone con disabilità. «La normalità è difficile ma possibile». Campione certificato Vincenzo Boni. Schizzi di umanità azzurra e clorata.
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