Italdonne centra bronzo europeo:
battuta la Polonia 3-0 nella finalina

La festa in campo delle azzurre
La festa in campo delle azzurre
Domenica 8 Settembre 2019, 18:05 - Ultimo agg. 23:42
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Il bronzo è azzurro, dieci anni dopo l’Italia ritorna sul podio agli Europei. Le ragazze sono ancora terribili, con il 3-0 alla Polonia: 25-23, 25-20, 26-24. Praticamente senza Lucia Bosetti e senza la prima riserva Elena Pietrini, che ha rinunciato, dopo la qualificazione olimpica, la nazionale arriva per la terza volta a medaglia con Mazzanti, veniva dagli argenti nel World Grand Prix e al mondiale. Sarebbe stato affascinante vederla sfidare la Turchia di Giovanni Guidetti, se fossero finita nell’altra parte del tabellone, magari sarebbe arrivate almeno al tiebreak, in semifinale, a differenza del 3-1 subito dalla Serbia che, tanto per cambiare, dopo il titolo iridato si è andata a prendere anche quello europeo. Le padrone di casa turche si sono arrese 3-2 (21-25, 25-21, 25-21, 22-25, 15-13). 

Nella finalina per il terzo posto, l’Italia se ne va dal 12-11, con Sorokaite e Chirichella, la centrale è in giornata. Dal +5, resta un punto di margine per due errori di Egonu. Sul 23 pari risolve il muro di Ofelia Malinov, che non aveva convinto, ieri. L’inizio del secondo set è ritardato per problemi all’illuminazione. Si riparte dopo una dozzina di minuti e l’Italia brilla, da un attacco di seconda di Ofelia Malinov: è stato l’unico, in questo Europeo, ma ha l’attitudine offensiva di Giannelli. A Conegliano era riserva di Asia Wolosz, che in Veneto ha vinto tutto esclusa la Champions league e che dopo ogni trofeo si fotografa nuda coperta solo dalla coppa. Stavolta la bionda polacca è fuori dal podio, resta talentuosa. 

Nell’ultima partita del girone, a Lodz, la Polonia aveva vinto al tiebreak, ad Ankara paga a muro. Come sul 18-10 di Sorokaite, la lituana che ha la cadenza tipica dell’Est. Quando parlano, sui punti al challenge, Parrocchiale e Sylla si coprono la bocca, neanche fossero calciatrici. Il secondo libero entra a rafforzare la ricezione, il vantaggio è tale che i soliti due errori di Egonu non incidono, anche perchè Sylla in ricezione regge. Chiude Paola, 25-20.

Il terzo parziale è equilibrato, Mazzanti prevede il calo di Folie, al centro, e inserisce la 17enne Sarah Fahr, per arginare il 9-12. Uno scambio è spettacolare, Egonu continua ad azzardare le conclusioni, è salvata da un videocheck, dal tocco a muro. Sorokaite offre la parità a quota 18, uscirà per Parrocchiale. Sylla mette il punto esclamativo all’Europeo con due attacchi prepotenti. Riavanzano però le rosse, sprecano un matchpoint e Sylla contrattacca conquistandone uno. Il 3-0 è sull’ace di Egonu, che può gioire. Non è più un sorriso nervoso ma rilassato. Paola è durissima, al microfono di Rai2: «Ho sentito tante critiche, dopo la sconfitta di sabato. “Non ho mai visto una pestare così tanto (la riga negli attacchi da seconda linea, ndr). Mandatela a casa: torna al tuo paese. Intanto oggi abbiamo vinto, c’eravamo noi, in campo. A tutti i critici dico: “Guardassero la loro vita, prima».

Affidiamo le pagelle dell’Europeo a Lorenzo Micelli, pesarese come il ct Mazzanti, vincitore di 9 trofei, tra Polonia, Turchia e Italia. “Fra il 7 e l’8 a quasi tutte le azzurre, perchè questo bronzo vale l’argento mondiale. In Giappone - spiega - c’era maggiore sintonia di gioco, il ritmo era più elevato, anche grazie a Lucia Bosetti. Le azzurre hanno offerto sempre buone partite, l’organizzazione di gioco ha penalizzato, il livello in attacco non era male. Quella sconfitta con la Polonia ha cambiato il tabellone, alla fine ha inciso”.

La meno positiva è Malinov: “Ha faticato più del solito, con le centrali, doveva però alzare palle staccate da rete, dovute anche alla qualità della ricezione e in quel fondamentale Bosetti era importante. Merita comunque il 7. 7/8 a Egonu, perchè comunque cambia la partite, escluso ieri. E molto positivi anche gli ingressi di Orro, al palleggio”.

Da giovedì toccherà ai maschi, in Francia, in un Europeo pure in 4 nazioni. Obiettivo un altro podio.
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