Tardelli testimonial di Napoli:
l'ultimo schiaffo alla città

Tardelli testimonial di Napoli: l'ultimo schiaffo alla città
di ​Anna Trieste
Giovedì 12 Ottobre 2017, 14:00
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Aumentano sempre di più le circostanze e le occasioni in cui i napoletani sono chiamati, pubblicamente per giunta, a far sfoggio di una calma e di una pacienza che al confronto il teorico della non violenza Gandhi era un black block. Sì perché se non è una notizia che le prossime Universiadi, le olimpiadi degli studenti universitari, si terranno a Napoli nel 2019, è sicuramente una notizia che a rappresentare il Coni nella faccenda e a occuparsi della parte sportiva della manifestazione sarà un ex juventino. La scelta, infatti, come comunicato ieri urbi et orbi, media compresi, dal numero uno del comitato olimpico nazionale Giovanni Malagò è caduta su Marco Tardelli. E all'ombra del Vesuvio la circostanza ha destato non poche perplessità.

Ma come? - è il ragionamento - le Universiadi si faranno a Napoli, sono una grande conquista per Napoli, nell'estate del 2019 sarà al centro del mondo Napoli, e a rappresentare sportivamente parlando l'Italia, Napoli e i napoletani sarà un ex juventino? E non un ex juventino qualunque, ma un amante storico della Vecchia Signora, tradizionalmente non proprio affezionata alle avventure sportive dei ciucciarielli napoletani. Dice: «Eh Ma quello Tardelli mica è solo un ex juventino! Con quell'urlo liberatorio dopo il gol ai Mondiali di calcio nell'82 è pure un'icona dello sport italiano, ma che dico italiano, mondiale e intercontinentale!».

E ciò è vero, lungi da noi voler affermare il contrario, p'ammor e Dio, e però, come qualcun altro ben addentro ai segreti della dialettica ciceroniana potrebbe eccepire, pure il sudore dei fratelli Abbagnale versato per noi, per gli stabiesi e per tutti nel mare di Seul nell'88 ebbe, ed ha tuttora, un grandissimo valore iconografico. Come ce l'ha pure il pianto a dirotto di Pino Maddaloni che nel 2000, quando la serie tv era ancora lontana e i riflettori su Scampia si accendevano solo quando c'era un morto a terra, si andò a prendere un attimo un attimo una medaglia d'oro a Sydney e una rivincita per tutto il quartiere.

Ecco, mo', senza offesa per Tardelli e per la sua capacità certamente indubbia di essere portatore sano di iconicità relativa allo sport, ma è così tanto da provinciali e campanilisti chiedersi come mai, con tanti campioni peraltro proprio olimpici che teniamo a Napoli e provincia, proprio un'icona della Juventus dovevano scegliere? Insomma, è vero che la tolleranza è oro, e l'oro di Napoli è la pacienza ma, come disse Cicerone a Catilina, pure la pacienza ha un limite. E Totò sentenziò: «Ogni limite ha una pazienza» È vero che i napoletani sono dei signori ma poi pure ai signori ci abbrucia il mazzo! 

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