Avellino, arrestato ex sindaco Festa: confermati gli arresti domiciliari, rigettato il ricorso

I legali dell'ex sindaco avevano presentato una memoria di una cinquantina di pagine

Per Festa confermati gli arresti domiciliari rigettato il ricorso
Per Festa confermati gli arresti domiciliari rigettato il ricorso
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 8 Maggio 2024, 09:35
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Resta ai domiciliari l'ex sindaco Gianluca Festa. I giudici dell'VIII sezione del tribunale del Riesame hanno rigettato il ricorso presentato dagli avvocati del sindaco dimissionario, Luigi Petrillo e Concetta Mari. Dunque per l'ex fascia tricolore accusato di peculato, depistaggio, turbata libertà degli incanti e falso in atto pubblico ha retto anche davanti al tribunale del riesame l'impianto accusatorio mosso nei suoi confronti dalla procura di Avellino, guidata dal procuratore Domenico Airoma. I legali dell'ex sindaco avevano presentato una memoria di una cinquantina di pagine nel tentativo di ottenere l'annullamento, o in subordine l'attenuazione della misura cautelare firmata dal gip del tribunale di Avellino, Giulio Argenio.

I giudici del tribunale della Libertà hanno notificato il provvedimento di rigetto ieri mattina, mentre per l'architetto Fabio Guerriero la scarcerazione è arrivata già nella serata di lunedì.

Dunque per il collegio del Riesame sussistono le esigenze cautelari richieste dai pubblici ministeri Vincenzo Toscano e Vincenzo Russo a carico dell'ex primo cittadino. Festa si rese infatti protagonista ad avviso della pubblica accusa - di aver fatto sparire dal suo ufficio il computer (di proprietà del Comune) probabilmente per occultare materiale di interesse investigativo e sul quale i magistrati stanno ancora indagando.

Un episodio che sostanzierebbe oltre all'ipotesi delittuosa di peculato anche e di conseguenza il pericolo di inquinamento delle prove da parte dell'indagato. I giudici dell'ottava sezione del tribunale del Riesame avevano già valutato la posizione anche della seconda indagata nell'inchiesta Dolce Vita, l'ex dirigente comunale Filomena Smiraglia difesa dall'avvocato Marco Campora, arrivata a Piazza del Popolo nel 2021. Per lei i magistrati del tribunale della Libertà la scorsa settimana hanno attenuato la misura degli arresti domiciliari, sostituendola con quella meno afflittiva dell'interdizione dai pubblici uffici per un anno. Dunque per i giudici dell'VIII sezione del Tribunale della Libertà, l'impianto accusatorio mosso nei confronti dell'ex dirigente comunale ai Lavori Pubblici, Filomena Smiraglia è sufficientemente valido a ritenere sussistenti le esigenze cautelari. Per converso i magistrati partenopei hanno però ritenuto che le esigenze cautelari possano essere adeguatamente soddisfatte con una misura interdittiva che non prevede gli arresti, e pertanto hanno sostituito gli arresti domiciliari a cui era sottoposta dallo scorso 18 aprile con l'interdizione dai pubblici uffici.

La difesa dell'ex primo cittadino sottoposto alla misura degli arresti domiciliari dallo scorso 18 aprile aveva focalizzato la linea difensiva, insistendo sull'assenza delle esigenze cautelari e sull'insussistenza del quadro indiziario mosso nei confronti del loro assistito.

Gli avvocati Luigi Petrillo e Concetta Mari ora restano in attesa delle motivazioni dell'ordinanza di rigetto del riesame e di conferma della misura cautelare degli arresti domiciliari al fine di valutare l'eventuale ricorso in cassazione. Motivazioni che saranno rese note entro i prossimi 30 giorni dal tribunale partenopeo. L'ex primo cittadino Festa, fu raggiunto dalla misura custodiale lo scorso 18 aprile a distanza di pochi giorni dalle perquisizioni effettuate dai carabinieri e dalla polizia giudiziaria presso la sua abitazione e presso gli uffici comunali. E proprio a seguito della perquisizione Festa convocò una conferenza stampa, tentando di minimizzare quanto accaduto e respingendo con forza le accuse contestate dalla Procura.

A distanza di qualche giorno dalla perquisizione e dal sequestro del telefono cellulare, elettronici rassegnò le dimissioni dalla carica pubblica che comunque vedeva la sua scadenza naturale di lì a poco. Dimissioni rassegnate dall'ex primo cittadino proprio nell'imminenza dell'udienza del riesame reale - fissata per il 27 marzo e mai celebrata per la rinuncia dell'indagato - presentato dai suoi legali per ottenere il dissequestro dei dispositivi elettronici. Intanto si sono concluse le operazioni di acquisizione dei dati sui dispositivi elettronici posti sotto sequestro all'ex primo cittadino lo scorso 6 marzo insieme a quelli degli altri sei indagati nell'inchiesta Dolce Vita.

Copie forensi effettuate presso il comando provinciale dei carabinieri di Avellino dalla polizia giudiziaria. Da queste acquisizioni potrebbero emergere nuovi spunti investigativi. La difesa dell'ex primo cittadino aveva avanzato richiesta di incidente probatorio poi rigettato dal gip Giulio Argenio.

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