Avellino, caos Iia. Il sindaco Lanza: «Salvate lo stabilimento, è una miniera per la Valle dell'Ufita»

Domani sciopero di 8 ore per i lavoratori

Lanza: «Salvate lo stabilimento, è una miniera per la Valle dell'Ufita»
Lanza: «Salvate lo stabilimento, è una miniera per la Valle dell'Ufita»
di Nicola Diluiso
Lunedì 22 Aprile 2024, 08:58
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Domani sciopero di 8 ore per i lavoratori Iia (di Valle Ufita e Bologna) con presidio sotto il Mimit, a Roma. In vista dell'appuntamento, il sindaco di Flumeri Angelo Lanza nutre speranza: «Il Ministero prenda atto e coscienza che quel sito è una miniera per la Valle dell'Ufita. Più che dire dateci altre commesse, noi chiediamo dateci lavoro e nuove prospettive, perché quel sito può creare sviluppo a 360 gradi».

In prima linea nel corso dell'ultimo sit-in, conclusosi con l'assemblea presso la Dogana Aragonese, Lanza denuncia: «Come sempre, i consiglieri regionali sono risultati assenti».

E anche questa volta i lavoratori si sono ritrovati al loro fianco solo i sindacati e una parte di amministratori locali. «È emersa come sempre la preoccupazione per la cessione delle quote pubbliche ai fratelli Civitillo del Gruppo Seri Industrial Spa. Una manovra che determina e alimenta serie preoccupazioni per quanto hanno in precedenza fatto in Irpinia», ammonisce. A Roma si prevede una grande mobilitazione. Ed è necessario far sentire la pressione: «Il Governo si svegli nuovamente su questa vicenda: la sensazione è che si sia completamente addormentato».

Dopo 13 anni non c'è ancora pace: «Purtroppo, è un dato evidente conferma il primo cittadino. Il punto è che anche la Valle Ufita, più in generale, non trova pace: quei terreni ricadenti all'interno del perimetro dello stabilimento ex Fiat sono di strategici per l'area, e siccome non vengono sfruttati bene ci ritroviamo a dire che quel sito, il più importante della provincia di Avellino, non produce come dovrebbe». Quali gli spiragli e quali le ombre? Lanza descrive: «Nell'ottica comune, le poche luci sono dovute dal fatto che l'azienda ha intenzione di continuare a produrre autobus, tanto che si profilano anche nuove assunzioni. Le ombre, che purtroppo riempiono il campo, sono relative al fatto che oggi il socio pubblico vuole uscire da una realtà che è l'unica nel Paese a fare vero Made in Italy per i pullman».

E su questo aspetto emerge una contraddizione incontrovertibile: «Contestualmente la stessa Invitalia ha finanziato un contratto di sviluppo a Fiat Iveco a Foggia. Le domande che ci poniamo - conclude Lanza - sono chiare e semplici. Quale è la reale intenzione del governo, nel momento in cui Invitalia, che è il soggetto pubblico cede le proprie quote, e contestualmente finanzia un contratto di sviluppo a 60 chilometri da qui (Foggia, ndr) per la stessa produzione? La sensazione è che si voglia disinvestire in Valle Ufita, quindi darla al privato di turno, e poi lavarsi le mani».

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