Avellino, è Cole l'uomo squadra:
«Conta solo il bene del gruppo»

Avellino, è Cole l'uomo squadra: «Conta solo il bene del gruppo»
di Giovanbattista La Rosa
Venerdì 12 Ottobre 2018, 13:00
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In inglese l'aggettivo humble' vuol dire umile. Rivolgendoci a Norris Cole gli facciamo notare quanto sia sorprendente la sua umiltà. Lui ringrazia, sorride e risponde: «Per me è fondamentale dare alla squadra ciò che serve, mettere a tutti a proprio agio. Sono la guardia, il leader e devo essere un esempio per la squadra. Da quando sono arrivato ho ricevuto tanto supporto sin dall'inizio, voglio continuare a lavorare duro perché bisogna migliorare».

Dalle parole del cestista di Dayton arriva la conferma: Norris Cole è prima di tutto un uomo squadra, una persona dagli elevati valori morali ed un grande professionista passato dalla NBA all'Italia, vestendo prima la maglia il Maccabi Tel Aviv ed avendo delle esperienze in Cina. L'approdo nel torneo tricolore in una squadra di vertice, ma non così blasonata come potrebbero essere altre, non è considerata una diminutio' ma un'opportunità: «Avellino non è un passo indietro, ma una grande chance. A questo punto della mia carriera mi permette di essere me stesso e divertirmi. È un nuovo passo nel mio viaggio, sono felice perché io vengo da Dayton, Ohio, non tutte le persone sono così fortunate ed hanno fatto ciò che ho ha avuto l'opportunità di fare e raggiunto le cose che ho avuto modo di conquistare».
 
Le prime due gare di campionato hanno confermato il tasso tecnico del ragazzo statunitense, che viste le prestazioni potrebbe giocare tranquillamente nella NBA. «Non è per me un problema non essere più tra i pro americani, questo è parte del mio percorso, non c'è bisogno di chiedermi perché. Non penso a cosa sarebbe potuto accadere, Dio mi spinge ad andare avanti ed ora voglio vivere il presente con Avellino, dove voglio ben figurare».

L'Irpinia e l'Italia sono l'attualità, un presente che può regalare al ragazzo a stelle e strisce nuove vittorie. I premi individuali non gli interessano, ma intanto è stato l'MVP della giornata di Champions: «La prima cosa da fare è giocare nella maniera giusta, se la squadra vince a giovarne sono tutti». Di Cole, stupisce l'umiltà, ma non l'etica del lavoro. In Champions, all'esordio, ha calcato il parquet per 46 minuti non avvertendo la stanchezza. I big della NBA gli hanno insegnato non soltanto a vincere: «Mi hanno fatto capire come si compete ad alto livello, mi hanno insegnato a curare il corpo ed essere più longevo, mentre tecnicamente ho imparato a prevedere il gioco. Questo aiuta, ma la cosa fondamentale è avere fiducia in se stessi». Nella nuova esperienza in maglia Sidigas il cestista ha trovato ottimi compagni di viaggio ed un allenatore che gli sta consentendo di eccellere: «Coach Vucinic ci permette di mettere in campo i nostri punti di forza, cerchiamo di ripagarlo con delle buone prestazione, ci tocca però migliorare la conoscenza tra di noi».

Cole non è soltanto la stella di casa Sidigas, ma del campionato italiano. Della serie A dice di saperne poco, imparerà a conoscere i prossimi avversari oggi, mentre ieri con lui ed il gruppo si sono limitati ad una semplice seduta pesi e tiro, con lo staff che ha voluto concedere qualche ora in più di riposo. Del nostro paese Cole ha imparato ad apprezzare la cucina: «Venendo in Italia ho sperato di trovare la Salsa Alfredo, che usiamo in America, ma qui non c'è, ma non è stato un problema. Amo la pasta, specialmente con il ragù ed i cornetti». Il numero 30 ha anche dei vizi e delle passioni: «Mi piace schiacciare qualche sonnellino, guardare i video su youtube e suonare il pianoforte, che ho imparato con mia sorella quand'ero bambino».
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