Avellino piange il prof Capolupo,
storico preparatore della Scandone

Avellino piange il prof Capolupo, storico preparatore della Scandone
di Franco Marra
Domenica 18 Agosto 2019, 14:00
3 Minuti di Lettura
«Addio prof» A rendere ancora più triste l'atmosfera in casa Scandone è la scomparsa improvvisa di Franco Capolupo, professore di Educazione sportiva, allenatore e preparatore atletico della squadra di basket negli anni 80. In seguito, funse da vero e proprio simbolo della compagine, come ha ricordato ieri Gennaro Bellizzi, medico e fratello del compianto Mimmo: «Ci ha appena lasciati, improvvisamente, il caro prof Franco Capolupo, un altro pezzo della Scandone eroica, quella che dalla serie D, in sei anni raggiunse la B di Eccellenza fra il 1983 e il 1989. Fu innanzitutto il preparatore atletico con coach Bardini, ma nella logica del servizio totale alla Scandone funse anche da accompagnatore ufficiale e da speaker al Palazzetto (suo il racconto della vittoria col Matera, spareggio per la promozione in B1). Celeberrime le partite a tressette, con Menotti Sanfilippo, Enzo Parisi e Ciro Petretta in albergo prima delle gare in trasferta. Uno dei testimoni concreti del fatto che la Scandone fosse nata ben prima del 2000: che Dio ti abbia già accolto caro, indimenticabile Prof». Domani, alle 9, i funerali nella Chiesa dei Francescani.
 
Tornando al basket giocato, o presunto tale, la parola d'ordine è «Letargia». È la malattia che ha colpito tutto il mondo che ruota attorno alla Scandone. Il vocabolario ci informa sul significato della parola. Si tratta di uno stato di sonno patologico profondo, spesso invincibile, che comporta un completo rilassamento muscolare e una totale scomparsa della sensibilità: può essere causato da isterismo, tripanosomiasi africana, encefalite letargica, ipnotismo. Nessuna di queste elencate, però, sembra essere la causa reale dell'assoluto immobilismo che si registra attorno alla Scandone. Messa a tacere con una parvenza di squadra la parte più rumorosa della tifoseria, quella del calcio, sulla pallacanestro sono calati silenzio assoluto ed indifferenza. Gli unici squilli di tromba, purtroppo, arrivano solo da parte dell'Agenzia delle Entrate, e non sono certamente segnali positivi per una situazione economica già deficitaria, che si aggrava ulteriormente. Gli altri squilli, quelli provenienti dalla Sidigas, assomigliano più a delle fetecchie, come direbbe Totò, il principe della risata. Peccato che in questa vicenda di comico ci sia ben poco. Fantomatici imprenditori irpini del settore agroalimentare pronti a subentrare a De Cesare, società da dare in gestione. Sembrano più uscite estemporanee, sassi gettati un uno stagno che sono andati a fondo e che difficilmente potranno essere ripescati. Il tempo trascorre senza sussulti, senza nemmeno una piccola scossa che possa alimentare la speranza dei tifosi della palla a spicchi, che stanno subendo con dignità le umiliazioni inflitte da parte della proprietà: autoretrocessione di due categorie, mancato pagamento della tassa FIP, con il versamento effettuato dal Sindaco Gianluca Festa, mancato pagamento della prima rata dell'iscrizione alla Lega Pallacanestro, totale silenzio, nessuna informazione sulle strategie.

Non speravamo certamente che le acque si smuovessero nel periodo ferragostano, con telefonini spenti o che squillano a lungo senza risposta alcuna, con la sola eccezione di Nicola Alberani, che da oggi sarà nuovamente ad Avellino, pronto ad operare, se ne avrà la possibilità. Mancano soli quindici giorni dalla prossima fondamentale scadenza, quella del 2 settembre, quando andrà presentata la fidejussione da quarantamila euro. Ma la questione economica non è il solo adempimento, perché ad oggi la Scandone non ha uno staff tecnico, medico, i giocatori. Insomma ci sono solo delle «x» in tutte le caselle, incognite che andranno cancellate al più presto. Si spera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA