Gentile, niente training camp:
l'Nba si allontana di nuovo

Gentile, niente training camp: l'Nba si allontana di nuovo
di Marino Petrelli
Lunedì 24 Settembre 2018, 11:00 - Ultimo agg. 20:11
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L’Nba resta lontana per Alessandro Gentile. Gli Houston Rockets hanno diramato la lista dei 18 che parteciperanno al loro training camp e il nome dell’ex Olimpia Milano e Virtus Bologna non figura. Il motivo non è legato al ritardato recupero dall’infortunio al pollice della mano destra, ma per il mancato accordo contrattuale che avrebbe dovuto legare Gentile alla franchigia. L’azzurro vorrebbe un “contract extension”, ovvero una formula che gli permetterebbe di andare via a stagione in corso, magari cercando un contratto in Europa, Houston invece ha proposto un “two way contract”, il contratto che prevede di giocare in Nba per non più di 45 giorni e per il resto della stagione nella società satellite in G League. Con un ingaggio massimo garantito massimo di 279 mila dollari. C’è tempo fino al 15 ottobre, data entro la quale scadono i diritti di Houston sul giocatore. Se non si trova un accordo, Gentile sarà libero da ogni vincolo e potrà cercarsi una squadra nel Vecchio continente.

E’ stata un’estate particolare per il giocatore nato a Maddaloni 26 anni fa. Chiusa l’esperienza a Bologna, sponda Virtus, non riuscendo a conquistare neppure i play off, ai primi di giugno l’operazione al pollice della mano destra che lo ha costretto a fermarsi due mesi dopo aver sofferto per un anno e mezzo. I tempi di recupero sono stati più lunghi del previsto, costringendo il più piccolo dei fratelli a rinunciare al Veteran Camp degli stessi Rockets a fine agosto e poi alla chiamata in Nazionale, anche per preparasi al meglio all’appuntamento che scatta in Texas domani. Invece, ancora una stop, questa volta di natura contrattuale.

Sono passati quattro anni dalla notte del Draft quando Alessandro fu chiamato da Houston con il numero 53, sponsorizzato da Gianluca Pascucci, al tempo “vice president of player personnel” della franchigia texana e già general manager a Milano quando lo strappò, forse prematuramente, da Treviso e dalla Ghirada, sua “culla” cestistica. In Nba non ci andò perché volle prolungare il contratto con Milano, fresco di vittoria in finale scudetto contro Siena. Convinto di poter diventare il simbolo dell’Olimpia o comunque potersi ritagliare uno spazio importante in qualche altra squadra europea dove avrebbe potuto giocare da stella piuttosto che da comprimario a Houston non avendo nelle gambe tanti minuti da titolare e dovendo migliorare in molti fondamentali. Non è andata come avrebbe voluto. Senza l’accordo con i Rockets, il futuro di Gentile junior è tutto, ancora una volta, da scrivere.
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