Questa volta si è andati avanti, e solo dopo c'è stato spazio per le celebrazioni, compresa la proiezione di un video con i momenti migliori della carriera di Lebron. Lui ha postato un tweet pieno di emozione per aver superato il suo idolo: «non ci posso credere, non sembra vero, è una cosa incredibile».
C'è orgoglio ma anche umiltà in questo atleta nato in un quartiere povero ad Akron, nell'Ohio, e cresciuto nel mito di Jordan, «volevo diventare come lui, fare quello che ha fatto lui» ha detto, in realtà ha fatto meglio, almeno quanto al numero dei punti. E per ricordare il suo mito per questa partita speciale ha indossato un paio di scarpe che ricordavano nello stile quelle del grande Jordan degli anni migliori, «Jordan resta il giocatore a cui ho sempre guardato per tutta la mia carriera, il talento che mi ha ispirato». Quest'anno Lebron ha vissuto una stagione anomala, con tanti infortuni e numerose assenze: chiamato dai Lakers a risollevare le sorti della squadra e condurla ai playoff, si è ritrovato a raggiungere il suo personale record proprio nella serata in cui si è consumato, pressochè definitivamente l'addio della formazione californiana ai playoff 2019, ormai irraggiungibili. E al campione dei record, manco a dirlo, toccherà seguire le Finals dal divano.