Sidigas Avellino, così non va:
coach Vucinic rischia la panchina

Sidigas Avellino, così non va: coach Vucinic rischia la panchina
di Giovanbattista La Rosa
Martedì 5 Marzo 2019, 12:00
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Una vittoria nelle ultime cinque partite per la Scandone Avellino. Numeri impietosi per una Sidigas incapace tra gennaio ed inizio marzo di offrire prestazioni vincenti e convincenti.

Prima del match di Trento coach Vucinic ha confermato di temere il ritorno in campo. Il tecnico è stato profetico, la pausa deleteria. La stagione regolare resta lunga, mancano dieci partite prima dei playoff, l'equilibrio rende tutto incerto e gli irpini non attraversano un periodo di forma esaltante. La partenza ad handicap di questo ritorno è giustificata dagli infortuni. Si fermano tutti, anche l'highlander Filloy. Il play italo-argentino salterà gli allenamenti di oggi e domani a causa di una lombalgia, sarà poi valutato dallo staff medico. Si attende il ritorno in campo di Demetris Nichols. L'americano potrebbe rientrare contro Varese. Di fatto è l'unico giocatore in grado di dare una scossa ai compagni. Gli obiettivi sfumati, dalla Coppa Italia alla Basketball Champions League, hanno depresso un gruppo, oggi, privo di stimoli.
 
Nel mirino della critica nuovamente Nenad Vucinic. Se la squadra non esprime un gioco convincente e gli errori nella metà campo difensiva sono cronici, la responsabilità è inevitabilmente del tecnico. La questione allenatore è sempre stata argomento di discussione, ad eccezione di un paio di settimane tra dicembre e gennaio. Tra l'allenatore e un paio di leader dello spogliatoio il feeling non è mai scattato e lo stesso tecnico delega troppo ad alcuni elementi del gruppo. La scelta di puntare su Vucinic appare settimana dopo settimana una scommessa persa del direttore sportivo Nicola Alberani. Il dirigente biancoverde, piuttosto nell'ombra di recente, la scorsa estate ha optato per l'ex ct della Nuova Zelanda, dopo che alcune opzioni sono state scartate. In un momento di crisi bisogna avere buona memoria e non scaricare la colpa soltanto su allenatore e diesse.

A giugno 2018 Alberani aveva scelto come tecnico Max Menetti, fresco vincitore della Coppa Italia di A2 con Treviso. Ad accordo trovato, la proprietà ha bloccato l'operazione con l'ex Reggio Emilia. Il perchè De Cesare abbia deciso di compiere un passo indietro non è mai stato chiarito. Imposto il veto su tecnici provenienti dalla A2, giovani in rampa di lancio ed avellinesi, Alberani ha così optato per un tecnico a lui noto ed adatto ad interagire con le dinamiche locali. Ritenere Vucinic unico colpevole di una stagione al di sotto delle aspettative sarebbe sbagliato, la proprietà ha le sue responsabilità. A questo punto della stagione è giusto andare avanti con questo gruppo, evitando di passare da quella che doveva essere la stagione del cambiamento a quella del fallimento. Le ultime prestazioni hanno fatto cadere nello sconforto chi ha sempre seguito la Scandone.

L'ex presidente Ciro Melillo esprime le sue perplessità: «La proprietà va lodata per il modo in cui ha risolto i suoi problemi, pagando lodi ed inserendo nuovi giocatori, ciò che non va è l'amalgama della una squadra». L'ex dirigente manda un messaggio diretto a Gianandrea De Cesare, evitando di compiere giri di parole. «Alla Scandone manca la società, non mi sembra esserci un consiglio direttivo, né un dirigente responsabile a cui Alberani e Vucinic debbano dar conto sia in caso di risultati positivi, sia negativi». Dal punto di vista tattico Melillo si sofferma sull'inadeguatezza tecnica dell'allenatore serbo. «Sarà una persona stimabile, ma ha un solo difetto, il voler fare l'allenatore. In passato consigliai un suo collega, passato per Avellino, di ricoprire il ruolo di dirigente e non quello di tecnico perché non era all'altezza. Lo stesso vale per Vucinic». Infine Melillo ribadisce il suo concetto. «De Cesare merita gli applausi, è necessario inserire un dirigente responsabile, competente, accanto alla squadra. Adesso ci resta soltanto il campionato, vediamo di non perdere il treno playoff».
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