Strutture inefficienti, la Renzullo Pallacanestro cede il titolo e lascia

pallacanestro Sarno
pallacanestro Sarno
di Rossella Liguori
Lunedì 6 Agosto 2018, 10:19
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Una decisione drastica quella della Renzullo Pallacanestro Sarno che non parteciperà al prossimo campionato di Serie C Gold, che ha conquistato la scorsa stagione. Il titolo è già in via di cessione. Una scelta sulla quale, da quanto raccontato, pesa tanto lo stato delle strutture a Sarno. “Ci siamo adattati ad uno struttura che p ben lontana dall’idea di un Palazzetto dello Sport”. Un comunicato duro con il quale la squadra e la dirigenza lasciano. “Non parteciperemo al prossimo campionato di Serie C Gold, conquistato sul campo la scorsa stagione di C Silver, con la compagine guidata dal coach Pino Attianese. - spiegano - Titolo in via di cessione ed inevitabili saluti, dunque, da parte di un gruppo fatto di persone appassionate di questo sport, prima che di proprietari, collaboratori ed atleti, una passione per la palla a spicchi ed una gran voglia di fare e creare movimento per il nostro paese. Una passione non sempre ricambiata, in particolar modo da chi dovrebbe garantirti mezzi e strumenti per far sì che il nome di Sarno sia portato in giro col segno della vittoria, o, quantomeno, del rispetto. E, nonostante tutto, lo abbiamo fatto, per tanto, troppo tempo, con i nostri mezzi, con le nostre forze. Lo abbiamo fatto adattandoci ad una struttura che è ben lontana dall’idea di un Palazzetto dello Sport e nella quale abbiamo sempre disputato campionati di vertice, insieme alle altre compagini sarnesi, tra cui anche uno di Serie B, al quale dovemmo nostro malgrado rinunciare in quanto la Federazione avrebbe concesso solo un anno di proroga alla nostra palestra polifunzionale. Abbiamo spesso urlato, chiesto, preteso, ma nulla, la nostra voce è sempre andata persa nel vuoto, non ha raggiunto orecchie sempre troppo distratte da altri sport, quelli che si giocano all’aperto, quelli in cui in campo si è in ventidue. Ed allora, come ogni “ospite indesiderato” che si rispetti, togliamo il disturbo, senza sbattere la porta. Educatamente”
 
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