Airola, ancora droga e cellulari nel carcere minorile: l'allarme dei sindacati

Il garante Ciambriello: meglio fornire telefoni con limitazioni

Il carcere minorile di Airola
Il carcere minorile di Airola
di Jusi Iuliano
Lunedì 9 Gennaio 2023, 09:31
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Droga e telefoni nel carcere minorile di Airola. A darne notizia è Sabatino De Rosa, vice coordinatore regionale minorile per la Campania del Sappe, il sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria. «A seguito di indagini interne svolte dagli agenti- riferisce- la scorsa settimana sono stati rinvenuti nell'Ipm, tre telefoni cellulari, abilmente occultati in varie zone dell'istituto, cinque apparecchi telefonici complessivamente nell'ultimo mese. Inoltre, in una delle giornate previste per colloqui con i familiari, a seguito di perquisizione personale di un detenuto minorenne, è stato rinvenuto un piccolo quantitativo di hashish nelle cuciture della felpa che indossava».

De Rosa si complimenta, a nome del Sappe, «primo sindacato del Corpo, per i risultati ottenuti dal personale in servizio ad Airola che tutti i giorni si ritrova a fronteggiare il notevole carico di lavoro, causato dalla carenza di personale e dai numerosi tentativi di introdurre in istituto telefoni cellulari e sostanze stupefacenti.

Per contrastare l'introduzione di telefoni cellulari - è la sua proposta- si dovrebbe fare ricorso a quegli strumenti tecnologici che ne rilevano la presenza in qualsiasi momento della giornata».

Sulla vicenda interviene Donato Capece, segretario generale del Sappe e sottolinea come il rinvenimento sia avvenuto «grazie all'attenzione, allo scrupolo e alla professionalità degli agenti. Questo deve far comprendere come l'attività di intelligence e di controllo divenga fondamentale. Da qui, l'importanza dell'aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari in materia di contrasto all'uso e al commercio di telefoni cellulari e stupefacenti in carcere». Per il leader del Sappe, servono «interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto». Capece aggiunge che «la soluzione ai problemi della giustizia minorile non è solo quella di avere più direttori e dirigenti, come ha recentemente dichiarato il ministro della Giustizia Nordio. Servono piuttosto- prosegue - poliziotti e regole d'ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze». Il sindacalista sottolinea che «nell'ultimo periodo, diversi detenuti delle carceri minorili provocano gli agenti con strafottenza, modi inurbani e arroganza, creando situazioni di grande tensione». Da tempo il Sappe chiede «una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni, nelle strutture per minori».

Il garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, esprime parere favorevole «alla, liberalizzazione' delle telefonate per i detenuti appartenenti al circuito di media sicurezza, qualora non vi siano particolari esigenze cautelari, per ragioni processuali o legate alla pericolosità». La sua proposta, che vale per adulti e minori, prevede «la possibilità di acquistare al sopravvitto, apparecchi mobili configurati in maniera idonea e funzionale con le dovute precauzioni operative, quindi senza scheda e con la possibilità di chiamare solo i numeri autorizzati, per evitare qualsiasi forma di utilizzo indebito. Le telefonate- conclude Ciambriello - e l'aumento dei minuti salvano la vita dei diversamente liberi, li fanno sentire meno isolati».
 

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