Benevento, lavoro nel Sannio: più occupati, si accorcia il gap con il resto d'Italia

Ora finalmente si corre al passo con l'Europa

Benevento, lavoro nel Sannio: più occupati
Benevento, lavoro nel Sannio: più occupati
di Domenico Zampelli
Domenica 28 Aprile 2024, 10:36
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Benevento, vola l'occupazione rispetto al periodo pre Covid, finalmente si corre al passo con l'Europa. In 4 anni gli occupati in provincia sono passati da 80mila a 90mila: l'incremento percentuale ha raggiunto il 12,4%, secondo risultato in Italia dopo Lecce in base a uno studio condotto dalla Cgia di Mestre su dati Istat. Ed è anche una delle migliori europerformance: scorrendo il database Eurostat numeri così fortemente positivi si trovano solo in alcune regioni francesi (Savoia e Provenza), tedesche (Brandeburgo e Amburgo), portoghesi (Madeira), dei Paesi Bassi (Brabante).

Certo, resta in sottofondo una forte differenza sulla percentuale assoluta di occupati, che in Europa arriva all'80%, in Italia si attesta al 61% e nel Sannio, stando agli ultimi dati forniti dall'Istat si ferma al 52%, peraltro con un forte divario di genere (62% uomini, 41% donne) ma è una forbice che va riducendosi: nel 2021 il dato sannita era del 44% mentre a livello nazionale veniva registrato il 58%.

In ogni caso il dato sannita non è frutto solo di un rimbalzo post Covid, ma si è strutturato anche nell'ultimo anno, mantenendo un incremento degli occupati che ha raggiunto le 2mila unità e che in percentuale (+2,4%) si è rivelato superiore al dato medio nazionale (+2,1%).

Lo studio della Cgia evidenzia che nel 2023 la platea degli occupati in Italia ha toccato i 23,6 milioni di unità, 471 mila in più rispetto al periodo pre-Covid, di cui 213 mila hanno interessato il Mezzogiorno, la ripartizione geografica che ha registrato l'incremento percentuale più elevato del Paese (+3,5%). Un dato che mette ancora di più in risalto i numeri sanniti, che hanno triplicato la già positiva media territoriale. Accompagnati da previsioni confortanti: a livello nazionale lo stock complessivo degli occupati è destinato a crescere ulteriormente, sfiorando i 24 milioni di addetti entro il 2025. Peraltro non tutto il Mezzogiorno ha potuto contare su risultati positivi. Tra gli ultimi posti della graduatoria provinciale ci sono infatti diverse realtà del Sud: in particolare Sud Sardegna e Siracusa dove la contrazione occupazionale è stata per entrambe del -4,3% (la prima con -4.900 unità e la seconda con -5 mila), Caltanissetta con il -5,2% (-3.400 unità), Sassari con il -6,8% (-12.600 unità) mentre chiude la classifica la provincia marchigiana di Fermo con -7,9% (-6 mila unità).

Risultati negativi anche per le due province confinanti con Benevento: da una parte Avellino ha fatto registrare una contrazione del 3,8%, con meno 5.600 unità lavorative, dall'altra Campobasso si attesta a -2,1% con 1.700 lavoratori in meno. Sono in terreno positivo invece le altre province campane, tutte concentrate fra la posizione nazionale 29 e la 32: Salerno fa registrare +4,2% (+14.000 occupati, da 330mila a 344mila), Caserta +3,9% (+10mila occupati come nel Sannio, passando da 257mila a 267mila) e Napoli +3,7% (+30mila occupati, da 810mila a 840mila).

La top ten nazionale vede al primo posto Lecce: + 16,5% e 36.500 occupati in più. È il capoluogo salentino, quindi, ad aver conseguito l'incremento percentuale più significativo in Italia rispetto al periodo prepandemico. Seguono Benevento con (+12,4% e +10 mila occupati), Enna (+11,2% e +4.800 occupati), Frosinone (+10,9% e +16.600 occupati), Ragusa (+9,4% e +10 mila occupati), Messina (+9,1% e +14.700 occupati), Foggia (+8,7% e +14.200 occupati), Trapani (+8,6% e +9.700 occupati), Lucca (+7,8% e +11.800 occupati) e Prato, che chiude l'elenco delle migliori province facendo registrare +7,7% e +8.800 occupati).

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