Doping nel Benevento, indaga la Procura: primi avvisi di garanzia ai calciatori

Doping nel Benevento, indaga la Procura: primi avvisi di garanzia ai calciatori
Domenica 8 Ottobre 2017, 09:28 - Ultimo agg. 17:30
2 Minuti di Lettura
È un atto conseguenziale e dovuto». Il Procuratore di Benevento, Aldo Policastro, è lapidario e abbottonatissimo sull’inchiesta penale aperta sul caso Lucioni. La notizia delle perquisizioni, affidate al Nas di Salerno, della sede sociale dei giallorossi in via Santa Colomba, delle sedi di Paduli e del Vigorito e finanche di alcune stanze dell’hotel Mancini di Roma, dove la squadra è in ritiro, ha avuto l’effetto di un uragano. In tanti avevano sperato che l’indagine rimanesse nell’ambito sportivo. Che bastasse la deposizione di Fabio Lucioni davanti al procuratore antidoping Alberto Cozzella e quella del medico sociale Walter Giorgione, prevista per mercoledì, per chiarire le cose. Invece non è così. Le perquisizioni hanno il valore di un avviso di garanzia nell’ambito della procedura penale e gli avvisi di garanzia non si fanno genericamente alla società, ma sono diretti ad accertare responsabilità personali. Quindi se ci sono le perquisizioni significa che esistono già degli indagati, delle persone iscritte nell’apposito registro della Procura, con l’accusa di frode sportiva. Questo il reato corrispondente nel penale al cosiddetto «doping»,introdotto dalla legge numero 376 del 2000.

Ma chi è indagato? Certamente capitan Lucioni: è infatti risultato positivo all’assunzione di Clostebol (lui ha dichiarato di non sapere cosa fosse, che gli era stato applicato dal medico sociale Walter Giorgione, prima della partita Benevento-Torino, per curare un’abrasione alla gamba). Probabilmente sono destinatari di avvisi di garanzia anche il medico e altre persone da identificare. Sia chiaro essere indagati significa semplicemente che la Procura (verifiche affidate al procuratore aggiunto Giovanni Conzo e al pm Maria Scamarcio) sta cercando riscontri su determinate persone in ordine ad un’ipotesi di reato. Presunzione di innocenza assoluta per tutti, quindi, finchè l’istruttoria non sarà conclusa e i pm non formuleranno l’accusa o chiederanno l’archiviazione del reato. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA