Il Benevento verso Firenze:
«Ma non dovremmo giocare»

Il Benevento verso Firenze: «Ma non dovremmo giocare»
di Luigi Trusio
Venerdì 9 Marzo 2018, 10:01 - Ultimo agg. 10:04
3 Minuti di Lettura
«Se ce lo avessero chiesto, avremmo dato il nostro assenso al rinvio di questa partita. In situazioni del genere allenare è davvero difficile. Non so nemmeno se sono stato bravo a prepararla». Roberto De Zerbi è ancora molto scosso dalla tragica vicenda Astori. Il Benevento, in un campionato in cui gli è già successo di tutto, sarà la prima squadra a mettere piede al Franchi appena tre giorni dopo i funerali del capitano della Fiorentina. «È stata davvero una settimana difficile - ammette De Zerbi - perché Davide era un ragazzo del nostro mondo, e, quindi, è come se si trattasse di un mio giocatore. Ci siamo resi disponibili a qualsiasi scelta perché sarà complicato anche per noi da un punto vista emotivo e motivazionale».

A De Zerbi proprio non va di parlare di calcio giocato ed è comprensibile, rispetto ad una partita che sarà disputata in un clima surreale e che diventa un'incognita sotto il profilo strettamente agonistico. Il tecnico si limita a parlare di chi sicuramente non ci sarà, oltre allo squalificato Viola. «Sandro non sarà disponibile - spiega, confermando le sensazioni dei giorni scorsi - perché gli ultimi esami hanno evidenziato che la lesione non si è del tutto rimarginata. A differenza della gara con il Verona non sarà convocato, resterà qui a curarsi per cercare di farlo guarire in maniera graduale. Ho intenzione di riaverlo al cento per cento quando si sarà rimesso, per cui è inutile forzare i tempi. D'Alessandro? Non ci sarà neppure lui, sta proseguendo nella sua specifica tabella di recupero. Vedremo se sarà possibile inserirlo di nuovo in gruppo la prossima settimana».
 
Per quanto attiene a Sandro, la piazza sannita ha accolto con grande entusiasmo il suo atto d'amore verso la società e la città di Benevento, nel dichiarare che sarebbe pronto a restare anche in caso di retrocessione in B. «Il valore di alcuni calciatori - precisa De Zerbi - si misura principalmente nella loro capacità di essere uomini. Trattandosi di Sandro, la cosa non mi sorprende affatto».

Tornando alla partita e al suo significato, il tecnico bresciano si lascia andare ad altre considerazioni per spiegare il suo stato d'animo, che poi è anche quello della squadra, del suo staff e della società: «Forse sarebbe stato giusto giocare in altre condizioni. Incontrare avversari mentalmente provati non sarà semplice e non so cosa potrà succedere in campo. Piuttosto che vincere una partita sfruttando un momento così drammatico contro chi potrebbe avere la testa da un'altra parte, saremmo pronti a retrocedere domani mattina. È pur vero che la vita va avanti e il tempo allevia il dolore, ma in questo caso saranno passati solo tre giorni. Troppo pochi per lenire una sofferenza così grande». Il nodo centrale è che a finire condizionato potrebbe essere principalmente il Benevento. Come si comporteranno i calciatori una volta sul terreno di gioco? Contatti, entrate in scivolata, scontri di gioco, eventuali proteste per un episodio dubbio. Gli interrogativi saranno tanti. Puoi preparare una partita con dovizia di particolari, caricando la squadra al punto giusto, ma non riuscirai mai ad avere certezze sulla effettiva conversione sul campo. Vale per le gare normali, figuriamoci per una che di normale non avrà nulla, se non il risultato.

«La vita vale più di una partita di calcio - conclude De Zerbi - anche se il lavoro è sempre una priorità. Per come ho vissuto io questa settimana, faccio fatica a separare le due cose. Per questo sostengo che l'avrei giocata più avanti andando contro i nostri interessi, visto che abbiamo già quella con il Verona da recuperare. Ma visto che è stato deciso così, scenderemo in campo rispettando tutti. Trovarmi in un ambiente di questo tipo è una cosa che non potrà lasciarmi indifferente. Sono un libro aperto e non riesco a nascondere quello che provo. Ma visto che è stato deciso così, scenderemo in campo rispettando tutti e onorando la memoria di Davide Astori».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA