Benevento, dal MiC 2,5 milioni per il restauro di beni: via ai lavori solo nel 2025

Dei fondi destinati alla provincia sannita la metà va alla Madonna delle Grazie

La basilica della Madonna delle Grazie
La basilica della Madonna delle Grazie
di Paolo Bocchino
Giovedì 18 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 08:52
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Due milioni e mezzo per il patrimonio culturale di Benevento e del Sannio, ben 1 milione per il restauro della basilica della Madonna delle Grazie. Sono buone notizie quelle che arrivano dal ministero della Cultura, che ha pubblicato nelle scorse ore il decreto di approvazione del Programma degli interventi di recupero dei beni archeologici e paesaggistici per il triennio 2024-2026. Ma c’è anche un aspetto meno entusiasmante: per vedere partire i lavori occorrerà attendere il prossimo anno.

Il dicastero di Sangiuliano ha varato un pacchetto di opere da 235 milioni su scala nazionale, 34 dei quali arriveranno in Campania.

Al Sannio toccano complessivamente 2.569.686 euro, quasi interamente calamitati da beni culturali della città. La fetta più cospicua va al tempio per antonomasia dei beneventani, la Madonna delle Grazie. Il ministero ha licenziato uno stanziamento da 1.060.000 euro per il restauro e la ristrutturazione della Basilica. Un cantiere tra i più attesi, che permetterà al luogo di culto della Patrona del Sannio di sanare i piccoli e grandi segni del tempo. Bisognerà però pazientare ancora qualche mese: il Mic ha programmato l’erogazione della prima tranche di risorse, pari a 760mila euro, nel 2025, con ultima rata (300mila euro) in pagamento nel 2026. Stesso discorso per altre due chiese di pregio del capoluogo.

A San Domenico vanno 480mila euro, anche in questo caso con duplice assegno: 280mila euro nel 2025 e 200mila euro nel 2026. Fondi che si riveleranno preziosi per la riqualificazione della perla di piazza Guerrazzi, ma forse troppo differiti rispetto alle esigenze impellenti di ristrutturazione mostrate dalla struttura duecentesca di fattura barocca. L’Unità pastorale San Filippo Neri guidata da don Marco Capaldo è al lavoro per verificare nel dettaglio gli interventi da eseguire nell’immediato. Fondi in arrivo, ma non subito, anche per Sant’Anna. La chiesa di corso Garibaldi ha ottenuto 320mila euro, con primo bonifico da 200mila euro nel 2025 e saldo l’anno successivo. C’è poi un significativo ritorno: i Sabariani. Gli affreschi di epoca longobarda riemersi dalle viscere del centro storico sono da anni vittime di un progetto di recupero e valorizzazione più volte annunciato ma puntualmente inattuato. La speranza adesso è che i 106mila euro (50mila euro nel 2025 e 56mila nel 2026) possano consentire azioni incisive di tutela di un ritrovamento tra i più importanti e vilipesi della Benevento longobarda. Un gap assolutamente da colmare per una città insignita del fregio Unesco proprio grazie agli insediamenti del fiero popolo nordeuropeo.

Chi potrà festeggiare subito è San Salvatore Telesino. Il sito archeologico dell’antica Telesia è l’unico destinatario nel Sannio di risorse all’interno dell’elenco 2024 dei finanziamenti. Complessivamente stanziato mezzo milione di euro (100mila euro nel 2024, 300mila nel 2025, 100mila nel 2026).

Entro fine anno partiranno dunque i lavori di manutenzione e restauro delle strutture murarie di cinta della città edificata dai Romani al confine tra le attuali San Salvatore Telesino e Telese Terme. Dovrà pazientare invece Puglianello, unico altro comune sannita destinatario di risorse nell’ambito della programmazione triennale di Sangiuliano. Alle opere di completamento del recupero del Castello baronale sono stati assegnati 103.686 euro, tutti nell’annualità 2025. Da verificare inoltre le concrete ricadute per il Sannio dei 600mila euro (150mila euro nel 2024) complessivamente attribuiti dal dicastero culturale per la manutenzione e il restauro dei siti archeologici presenti in territorio casertano e beneventano.

Nel programma triennale va segnalato un desolante zero per il territorio provinciale ai capitoli musei, biblioteche, archivi, rimasti tutti a bocca asciutta. Lacuna che, però, non appare imputabile a scelte ministeriali, quanto all’assenza di candidature di settore provenienti dal Sannio.

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