Un anno di squalifica per Lucioni, quattro al medico del Benevento. «Una botta: non me l'aspettavo»

Un anno di squalifica per Lucioni, quattro al medico del Benevento. «Una botta: non me l'aspettavo»
Martedì 16 Gennaio 2018, 19:11 - Ultimo agg. 17 Gennaio, 09:48
3 Minuti di Lettura
Un anno di squalifica per doping per il capitano del Benevento Fabio Lucioni che era stato fermato dopo il match contro il Torino per essere stato trovato positivo al Clostebol. Quattro, invece, gli anni di squalifica per il medico della società sannita Walter Giorgione. È quanto ha disposto il Tribunale Nazionale Antidoping che, tornando al capo di imputazione iniziale, ha confermato la richiesta del pm. Entro 30 giorni saranno depositate le motivazioni. Entrambi i tesserati hanno annunciato ricorso.

«In questo momento è come se fosse caduto un fulmine a ciel sereno, non avrei mai pensato che dopo l'assunzione delle colpe da parte del medico mi venisse dato un anno di squalifica, perché non siamo andati con l'idea di prenderci gioco della commissione antidoping ma con l'intento di dire la verità. Purtroppo evidentemente non è bastato ed ora c'è rammarico». Sono le prime parole di Lucioni a Sky dopo la sentenza.

«Mi era stata data la possibilità di giocare queste tre partite e stavo vedendo la luce in fondo al tunnel, purtroppo dovrò aspettare ancora parecchio e dovrò farmi forza. Spero che me la diano questa forza i miei compagni e la mia famiglia - ha aggiunto il difensore dei sanniti - Ho parlato con il mio avvocato subito dopo la sentenza, ci riconfronteremo, aspetteremo quello che scriverà la commissione e prenderemo una decisione, ma sicuramente il ricorso verrà fatto. Io ho fatto tutte le categorie professionistiche, sono arrivato in serie A a trent'anni, era un sogno che avevo sin da bambino e mi è stato tolto dalle mani, però continueremo a lottare affinché venga ridotta questa squalifica, non molleremo e vedremo cosa succederà».

«Credevo che il fatto di avermi fatto rigiocare significasse che mi volessero dare solo i tre mesi per negligenza, questo non è successo e mi trovo a dover scontare altri nove mesi per poter tornare in campo, è stata una botta grandissima che non mi aspettavo, speravo in una giustizia differente perché le responsabilità mie non c'erano proprio» ha proseguito Lucioni che ha voluto poi ringraziare il presidente del Benevento, Oreste Vigorito.
«Ho sentito le dichiarazioni a caldo del presidente e non posso che sposarle appieno e oltre al danno societario, anche quello personale è veramente grande. Mi dispiace per come sta andando, avevo visto un po' di luce che ci stava anche portando dei punti e potevo continuare a dare una mano alla squadra. Mi è stata tolta questa possibilità e sono davvero rammaricato» ha sottolineato Lucioni che ora confida nel suo avvocato. «Spero nell'avvocato saprà lui cosa fare, sono nelle sue mani, abbiamo portato tutte le prove a nostro favore per far si che la giustizia potesse fare il suo decorso ma sono rammaricato. Ci tengo però a ringraziare la società che mi sta vicina e mi ha fatto sentire il proprio sostegno e il proprio calore».

«Il collegio ha riconosciuto tutte le attenuanti previste dalla normativa, ma non si è sentito di applicare la norma sull'assoluta mancanza di responsabilità, che era quello che chiedevamo in via principale». L'avvocato di Fabio Lucioni, Saverio Sticchi Damiani, commenta così la sentenza. «Dispiace perché si poteva arrivare a una decisione del genere in tempi meno lunghi e senza illudere il ragazzo - aggiunge il legale - che è rientrato in campo e ora è stato squalificato. Era opportuna una gestione più attenta dei tempi del processo». Sicuro il ricorso in appello: «Andremo avanti - annuncia Sticchi Damiani al termine del processo svoltosi oggi presso gli uffici dello stadio Olimpico di Roma - perché questo è uno dei pochi casi nei quali si può davvero escludere completamente la responsabilità dell'atleta».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA