La Juventus travolge il Chievo per 4-0: doppietta di Morata, Alex Sandro e Pogba. Dodicesima vittoria di fila

La Juventus travolge il Chievo per 4-0: doppietta di Morata, Alex Sandro e Pogba. Dodicesima vittoria di fila
Domenica 31 Gennaio 2016, 14:27 - Ultimo agg. 17:52
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Un assolo lungo 90 minuti. Basterebbe cerchiare in rosso il divario nel possesso palla, 72%-28%, o nei tiri in porta, 12 contro 2. Della serie: è una Juventus in stato di grazia fisico e tecnico. La Signora gioca a occhi chiusi, vince in pantofole azzanando il match (come ama fare), segna quattro gol al Chievo più dimesso della stagione ed eguaglia i 12 successi consecutivi del 2013-14 (ad Allegri il record di Conte non interessa, almeno a parole). Il canovaccio è Madama che rende la vita impossibile ai veronesi, nel senso di schiacciarli se questi si rintanano (il 4-5-1 in avvio) e di coglierli in castagna quando si scoprono (il successivo 4-3-1-2).
 


Di fatto, la Juve di Verona è una Juve che non smette mai di fare calcio (anche due traverse a graziare Bizzarri). Pogba ha una letale continuità di corsa e gioco. Dybala si nasconde dal tabellino ma non dalle azioni decisive. Alex Sandro fa il pendolare col pilota automatico. In più la difesa: un gol subito nelle ultime 5 partite, Bonucci stakanovista e gli altri a rimorchio.

Segnano Morata, Pogba e Alex Sandro. Per il primo fanno 4 gol negli ultimi 180’ (vedi la doppietta in Coppa Italia con l’Inter) e Allegri può sorridere visto che, alla vigilia, aveva fatto il solletico allo spagnolo circa la sua astinenza in campionato che datava dal 4 ottobre scorso. Per il numero 10, il più pericoloso con 6 conclusioni verso Bizzarri, c’è pure una traversa da replay. Per il laterale brasiliano, gara da incorniciare e secondo gol di fila (aveva segnato anche a Udine).

Certo, il Chievo del Bentegodi è, in sede di bilanci, un ostacolo da inquadrare: difesa improvvisata (il peone Sardo centrale) e attacco inedito (Mpoku-Inglese), si aggiunga l’inevitabile effetto traumatico dell’addio a Paloschi. In pratica, per la Juve poteva essere sulla carta una giornata agile. È stato così. Ma l’agio della truppa di Allegri (che, volendo cercare un neo, poteva chiuderla prima) è un agio conquistato con assoluto merito.


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