Dazn e calcio a singhiozzo in tv,
il flop di distribuzione e banda larga

Dazn e calcio a singhiozzo in tv, il flop di distribuzione e banda larga
di Maria Pirro
Lunedì 20 Agosto 2018, 08:00 - Ultimo agg. 18:09
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Interruzioni e ritardi nella visualizzazione della partita Lazio-Napoli, la prima trasmessa in streaming sulla piattaforma Dazn: colpa del gestore oppure  della connessione dati e quindi dei ritardi nella diffusione della banda larga in Italia?
Il monitoraggio e l'analisi delle prestazioni di questo primo test su una così larga scala può (e non poco) aiutare a capire cosa sia realmente successo, identificando il traffico di streaming Dazn durante la partita. Ma, in assenza di dati, si può solo provare a fare qualche ipotesi. Innanzitutto, la piattaforma ha sperimentato due tipici problemi che spesso affliggono il rilascio di un nuovo servizio: da un lato, il funzionamento sul campo che è ben diverso da quello in ambienti controllati o sperimentali; dall'altro (legato al precedente) la scalabilità della stessa piattaforma, ovvero la capacità di fornire le prestazioni richieste al crescere del numero degli utenti. Come spiegato dal gestore, il numero di accessi ha superato anche le più rosee aspettative e questo aspetto ha pesato sulla qualità del servizio percepita dagli utenti finali. Ciò significa che non è stato dimensionato un sistema adeguato di distribuzione dei contenuti come invece è previsto con Netflix, che non ha propri server ma solo server virtuali e, nello specifico, affitta quando servono da Amazon Web Servicesche e adatta in modo intelligente la risoluzione dell'immagine al tipo di connessione, più o meno potente, per non creare ingorghi. Ma il cloud computing è la soluzione che tutti i principali protagonisti del web hanno adottato per potere gestire i momenti di picco improvvisi, anche riducendo i costi.

Quanto traffico può reggere un'infrastruttura di questo genere?
Il 16 luglio, in occasione dell'ultimo Prime Day, Amazon ha retto, con qualche minimo problema tecnico, più di 100 milioni di prodotti acquistati in 36 ore, in media quasi 800 al secondo. I dati online sono rimandati da più punti tramite i cosiddetti serverless e altri aspetti legati allo streaming di contenuti su internet, come l'utilizzo di piattaforme di terze parti (la reti Cdn) che servono proprio a migliorare le prestazioni, e non è escluso che anche in questo ambito si siano verificati problemi o che gli investimenti non siano stati adeguati. Poi c'è il tema delle infrastrutture di rete e della capacità di banda. La raccolta di dati aiuterebbe a fare chiarezza anche su questo punto, analizzando le prestazioni del servizio al variare del provider chiamato a diffondere le immagini su tv smart, pc e telefoni, distinguendo tra accessi via cavo e di tipo wireless e valutando per ciascuna le diverse tecnologie.

Le immagini della partita in streaming sono state visualizzate con ritardi variabili: perché?
Ciò dipende dalla qualità della rete e del collegamento: se non è ottimale, lo streaming va a singhiozzo. Per evitare le interruzioni ed essere sicuri di non avere buchi, tramite software viene aggiunto in automatico un ritardo nella riproduzione delle immagini (chiamato, play out) che consente di rendere fluida la trasmissione. Fino a tre minuti segnalati dai tifosi online rappresentano un caso estremo, un tempo lunghissimo per i servizi streaming. In questo processo la banda può influire, insieme con la questione del sovraccarico di utenti.

È possibile risolvere il problema già dal prossimo fischio d'inizio?
Se il flop è stato dovuto prevalentemente al boom di accessi, generato da un errore di valutazione del numero di richieste da parte del gestore. basta aumentare le risorse, server e banda, come probabilmente è stato già fatto.

Perché l'Italia sconta pesanti ritardi nella diffusione della banda larga?
Il problema risale indietro nel tempo e deriva dalla struttura rete di accesso, gestita in monopolio, che per anni in qualche modo ha rallentato gli investimenti finalizzati alla sostituzione dei cavi in rame con la fibra ottica, ma la situazione è molto migliorata nell'ultimo biennio. In particolare, c'è stato il piano per la banda ultralarga in zone a fallimento di mercato, un intervento pubblico che ha stimolato anche i privati. E per il 2020-2022 tutta l'Italia, anche nelle piccole città, avrà una connessione in fibra ottica.

Quali ripercussioni si hanno a causa del divario nelle reti digitali?
È stimata una riduzione significativa del Prodotto interno lordo, perché i disservizi non investono solo l'accesso privato al web, ma soprattutto il tessuto produttivo. La mancanza di una rete di telecomunicazioni adeguata e moderna determina conseguenze sulla crescita e lo sviluppo delle aziende. Nell'e-commerce, ad esempio. Ma non solo: le reti digitali ormai costituiscono il modo con cui si riesce a gestire qualunque tipo di industria, chiamata appunto 4.0 quando provvede online al trasferimento di informazioni che consentono di produrre in modo più efficiente e personalizzato.

A rispondere: 
Antonio Capone
, ordinario di Reti delle telecomunicazioni al Politecnico di Milano, 
Antonio Pescapè, professore di Reti di calcolatori e di analisi e prestazioni di internet alla Federico II; 
Francesco Sacco, docente di Digital economy alle università dell’Insubria e Bocconi.

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