Diritti tv, la serie A in mano ai cinesi: ​preso il colosso spagnolo Mediapro

Diritti tv, la serie A in mano ai cinesi: preso il colosso spagnolo Mediapro
di Paola Del Vecchio
Mercoledì 14 Febbraio 2018, 08:16 - Ultimo agg. 10:23
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Madrid. Al negoziato andato avanti per mesi mancava solo il via libera del governo di Pechino, che infine è arrivato. Orient Hontai ha acquistato Mediapro e diventa proprietaria dei diritti tv del calcio spagnolo come italiano, per cui la nostra serie A parlerà cinese. Il fondo asiatico di investimenti ha rilevato il 54,5% di Immagina, la società di produzione audiovisiva nata dalla fusione di Mediapro e Globomedia per una cifra vicina ai 900 milioni di euro. I catalani Jaume Roures e Tatxo Benet, che controllano il 24%, resteranno ai vertici della società e assicurano che nulla cambierà nella gestione. La conferma del negoziato in dirittura d’arrivo viene dallo stesso gruppo che ha sede sulla Diagonal di Barcellona. La firma davanti al notaio sarebbe una pura formalità.
Secondo quanto anticipato da El Confidencial, Orient Hontai ha acquisito le partecipazioni di Torreal (23,5%), del gruppo televisivo messicano Televisa (19%), e di Gerard Romy (12%) uno dei soci fondatori, per una somma vicina ai 900 milioni di euro. Ma è singolare la coincidenza di cifre e il timing fra il riassetto societario e l’assegno da oltre un miliardo staccato a fine gennaio da Roures e soci per acquisire i diritti della serie A, congelato in attesa del via libera dell’Antitrust. Già proprietaria dei diritti della Liga spagnola e di Champions League dal 2018 al 2019, Mediapro punta a fare cassa alla vigilia dell’asta che disputerà per conquistare anche quelli delle tre stagioni successive. Il resto delle azioni della società di audiovisivi, che nell’attualità fattura oltre 1,5 miliardi, resterà al colosso pubblicitario britannico Wpp (22,5%) di Martin Sorrel. 

 

Fra i maggiori produttori spagnoli, Jaume Roures è il miliardario rosso beneficiato dalla riforma della tv digitale terrestre a pagamento varata a suo tempo dal governo Zapatero. Con un passato di trozkista, rinchiuso nelle carceri franchiste e vicino al radicalismo basco, è grande amico di Carles Puigdemont, l’ex governatore della Catalogna in esilio volontario in Belgio. In occasione del referendum secessionista di ottobre, ha aperto un centro stampa – a pagamento – per conto della Generalitat, per vigilare sull’informazione indipendente. Fondatore del quotidiano online Publico e de La Sexta tv, è presidente di uno dei colossi nella gestione e produzione di contenuti tv, produce film – alcuni di Woody Allen ma anche di registi indipendenti - ed edita canali tematici, nelle sedi aperte in 34 città del mondo con 5mila dipendenti. Il bando che ha vinto in Italia consentirà a Roures e soci non solo di essere i provider delle pay tv Sky e Mediaset e delle Iptv Tim e Amazon i diritti della Serie A. 
Mediapro punta, intatti, a diventare partner finanziario della tv della Lega prospettata dal consulente Luigi De Siervo, avendo già esperienza nella gestione di un canale con Bein Sport. Già azionista del Girona del fratello di Pep Guardiola, Roures è uomo molto vicino a Javier Tebas, il numero uno della Liga calcio professionale, l’influencer che Tavecchio e Urbano Cairo puntavano a far eleggere come amministratore delegato nella nuova governance della Lega Calcio, per recuperare la visibilità e il decoro perduti fra i club europei.
Poco conosciuto in Europa, Orient Hontai Capital, fondato nel 2014 per acquisire imprese di videogiochi nel paese asiatico, ha la sua vera forza nella società matrice Orient Security, compagnia finanziaria che muove attivi di 26 miliardi di euro, è quotata nella Borsa cinese ed ha una capitalizzazione di oltre 10 miliardi di euro. Rappresenta, soprattutto, una prospettiva interessante – attraverso Bein Sport – per massimizzare i ricavi del campionato all’estero e in Qatar. Il patron di Mediapro, nonostante la vendita, resterà con Tatxo Benet saldo al timone, data la nulla esperienza di Orient Hontai in materia. E continuerà l’espansione. Poco importa il recente passato poco trasparente, come l’avvio – ad aprile dello scorso anno – dell’inchiesta dell’Antitrust spagnola di un’indagine sulle presunte pratiche anticoncorrenziali nei confronti di Mediapro. O l’avvio di un’indagine da parte dell’Fbi su alcuni dirigenti del gruppo – poi sospesi - per le tangenti pagate dagli sceicchi del Golfo per l’assegnazione dei mondiali del Qatar. I detective dell’Fbi sono convinti che la società spagnola – da ieri con gli occhi a mandorla – sia fra i principali protagonisti del Fifagate, che ha provocato le dimissioni di Blatter.
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