Douglas Costa si difende: «Non sapete cosa mi ha detto Di Francesco». Provocati e provocatori, chi ha ragione?

Douglas Costa si difende: «Non sapete cosa mi ha detto Di Francesco». Provocati e provocatori, chi ha ragione?
Douglas Costa si difende: «Non sapete cosa mi ha detto Di Francesco». Provocati e provocatori, chi ha ragione?
di Domenico Zurlo
Lunedì 17 Settembre 2018, 18:02 - Ultimo agg. 18 Settembre, 17:04
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Lo sputo di Douglas Costa a Di Francesco ha fatto discutere (qui la risposta di Di Francesco, ndr). Da che mondo è mondo, il calcio è fatto di episodi violenti e inaccettabili: ne abbiamo viste tante negli ultimi anni, dallo sputo di Francesco Totti a Poulsen a Euro 2004 alla celebre testata di Zinedine Zidane a Materazzi nella finale mondiale di due anni dopo. Da Mexes che prende per il collo Stefano Mauri in un Lazio-Milan del 2015, alla mossa di karate di Eric Cantona nei confronti di un tifoso quando il francese giocava nel Manchester United.

Juventus, Douglas Costa perde la testa: sputo ed espulsione



Da Totti-Poulsen a Zago-Simeone, tutti i precedenti più famosi

E tantissimi, sicuramente troppi, potrebbero essere gli esempi simili che saremmo in grado di elencare. Cose che non dovrebbero accadere, senza dubbio, ma che puntualmente dividono l'opinione pubblica: di chi è la colpa, di chi reagisce in maniera violenta, o dell'altro che lo ha provocato, che lo ha sfidato, che lo ha innervosito?

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L'opinione pubblica francese, per assolvere Zidane, crocifisse Materazzi, reo di aver 'insultato' la sorella di Zizou: per anni Zidane non ha mai voluto chiedere scusa al giocatore azzurro, nonostante quella follia rischiasse di macchiare una carriera lunga e costellata di vittorie e prestazioni super. L'opinione pubblica italiana, dal canto suo imparò presto a conoscere il carattere di Poulsen, che dopo aver malmenato Totti beccandosi uno sputo (e Totti, squalificato, non vide più il campo in quel'Europeo, in cui l'Italia fu eliminata con il famoso biscotto scandinavo), fece i conti anche con Rino Gattuso, qualche mese dopo, in un celebre Milan-Schalke di Champions League: l'attuale allenatore del Milan, dopo il fischio finale che vide i rossoneri vincere 3-2 al termine di una partita sofferta, pensò bene di esultargli in faccia, facendo esplodere il pubblico di San Siro.


 


ESPULSO, RISCHIA UNA SQUALIFICA Il caso di ieri di Douglas Costa non è stato ovviamente diverso dagli altri: al fianco dei tanti addetti ai lavori e dei tifosi, di tutte le squadre (anche juventini) che hanno condannato il gesto del brasiliano, c'è anche chi ha cercato di giustificarne la reazione additandola ad una presunta provocazione del giocatore del Sassuolo. Non sappiamo, per ora, cosa il figlio di Eusebio abbia potuto dire a Douglas Costa di così grave da poter giustificare una spallata con tentata gomitata, una tentata testata sul viso, e dulcis in fundo uno sputo a mezzo metro di distanza con relativa espulsione. C'è già chi ha azzardato che ci siano stati presunti insulti razzisti da parte di Di Francesco al calciatore brasiliano, versione per adesso non avallata dallo stesso Douglas Costa, che si è limitato ad allusioni più generiche.



Ciò che sappiamo, per adesso, è la versione - seppur "monca" - dello stesso Douglas Costa, che sul suo profilo Instagram si è scusato: non con Di Francesco e non con la sua società (che potrebbe dargli una multa salata), ma con i suoi compagni di squadra e con i tifosi della Juventus. E tra i commenti, ad una sua follower, risponde così: «Mi sveglio alle 5 del mattino da quando avevo 12 anni. Tu non sai quello che mi ha detto...ma poco male...chiedo scusa a tutti quelli a cui devo chiederlo perché ho sbagliato». Centinaia le reazioni sotto il post, da parte di tantissimi tifosi che lo difendono e altrettanti che lo attaccano augurandosi una lunga squalifica (che arriverà).
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Gostaria de pedir desculpas a todos os torcedores da Juventus por essa minha reação equivocada no jogo de hoje. Peço também desculpas aos meus companheiros de time, que estão sempre comigo nos momentos bons e ruins. Errei feio, tenho consciência e venho me desculpar com todos por isso. Deixo claro que essa atitude isolada não condiz com o que sempre mostrei em minha carreira. Douglas Costa Vorrei scusarmi con tutti i fan della Juventus per questa reazione fuorviante nel gioco di oggi. Mi scuso anche con i miei compagni di squadra, che sono sempre con me nei momenti belli e cattivi. Ero brutto, ne sono consapevole e mi scuso con tutti per questo. Metto in chiaro che questo atteggiamento isolato non corrisponde a quello che ho sempre dimostrato nella mia carriera. Douglas Costa @juventus

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Sempre tra i commenti, tra l'altro, insieme al sostegno di alcuni compagni di squadra tra cui Perin, Alex Sandro, Pinsoglio e Cancelo, quello di un ex juventino, Patrice Evra: «Sai che il simbolo della Juve è una zebra, non un lama. Ti sei scusato per il tuo gesto... però la gente non saprà mai cosa ti avrà detto...», scrive Evra, il primo a sottolineare la provocazione, o presunta tale, da parte di Di Francesco. Peraltro Evra, simbolo di positività (soprattutto sui social) nel suo breve ma felice periodo alla Juventus, non è stato esattamente un modello in tempi recenti: poco più di un anno fa fu licenziato dall'Olympique Marsiglia dopo aver rifilato un calcio ad un tifoso prima di una partita di Europa League. Ma questa è un'altra storia.
 
 

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