Figc, Tommasi insiste: «Il candidato sono io»
ma c'è il veto di Gravina e Sibilia

Figc, Tommasi insiste: «Il candidato sono io» ma c'è il veto di Gravina e Sibilia
di Pino Taormina
Martedì 9 Gennaio 2018, 15:14
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Cercasi alleanze decisive. A ogni costo. Ma ieri, in via Allegri, durante la riunione delle varie componenti della Figc (unica assente la Lega di serie A) è stato un uno contro tutti armati. Con l’avellinese Cosimo Sibilia a far da mediatore (interessato) al grande scontro in atto tra Tommasi e Gravina, ormai usciti allo scoperto e candidati (il primo ufficialmente, il secondo quasi) alla poltrona lasciata vuota da Tavecchio.
Sono giorni frenetici, fatti anche di incontri segretissimi, dove ogni voto può essere decisivo. Soprattutto quello delle società di serie A e di serie B. Tutti sono a caccia di una larga intesa, ma Tavecchio a febbraio dello scorso anno venne rieletto con appena il 54,03 dei voti dei delegati. Insomma, se Sibilia decidesse di sostenere Gravina, i giochi sarebbero fatti. Ma in verità il potente presidente della Lega Nazionale Dilettanti, non pensa di restarsene alla finestra: tutti pensavano che ci fosse nell’aria un suo passo indietro e invece Sibilia ha lasciato intendere che sabato si farà dare dall’assemblea della sua Lnd «il via libera per presentare la candidatura». D’altronde, ieri è stata una giornata sì interlocutoria ma fino a un certo punto. Approvato il bilancio di previsione della Federcalcio, in cui è stata stanziata la cifra di 5 milioni di euro per lo staff tecnico. Chiaro che il sogno sia Conte o Mancini come ct, ma appare chiaro che, piedi per terra, il pole position per il ruolo di ct sia Ranieri. Ma questa è una questione di cui si parlerà a febbraio. Tommasi spinge. «Ci sono ancora margini per una candidatura unica, ma deve essere un nome sui contenuti che rappresenti tutti, per questo mi sono candidato. Se c’è un esterno, pronto a farmi da parte», ha spiegato il presidente dell’Associazione italiana calciatori. Sibilia è stato ancora una volta gelido: «Tommasi è un nome rispettabilissimo, ma non vedevo e non vedo ancora una larga condivisione sul suo nome».
Anche Gravina, presidente della Lega di C frena i sogni di Tommasi. «Candidato unico? È un’ipotesi lontana, ci stiamo lavorando, stiamo cercando di smussare alcuni angoli per trovare argomenti in comune ma non c’è molto per essere ottimisti. Un quarto candidato? Adesso non rasentiamo il ridicolo. La candidatura di Tommasi è già posta, spetterà a me e a Cosimo ( Sibilia, ndr) convincerlo a fare un passo indietro, oppure spetterà a noi due fare altre valutazioni». Il presidente degli arbitri Nicchi sorride. «Dobbiamo puntare ad avere la più ampia convergenza possibile: non possiamo presentarci con 8 candidati», spiega. Le due leghe di A e di B non sono schierate: certo, i presidente della serie A hanno in mente solo la partita per il bando dei diritti tv (in ballo c’è la cifra di 1,5 miliardi di euro). Tranne Lotito, al solito. «Io candidato? La candidatura è una cosa, il consenso è un’altra. Ti devono indicare le persone». Il patron laziale è comparso in via Allegri in concomitanza con il consiglio federale e al termine si è intrattenuto in un breve colloquio all’esterno con il numero uno dell’Aiac, Renzo Ulivieri, e con quello dell’Aic, Damiano Tommasi.
L’unico «neutrale» ad essersi schierato è Renzo Uliveri. «Io per primo in tempi non sospetti ho detto che se Tommasi si fosse candidato gli avremmo dato il nostro appoggio. Ora ci dovremo sedere attorno a un tavolo perché anche noi abbiamo le nostre richieste da fare». Un’alleanza che vale il 30 per cento dei voti.
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