Inter, Spalletti si difende:
«Non è tutto da buttare»

Inter, Spalletti si difende: «Non è tutto da buttare»
di Salvatore Riggio
Venerdì 8 Febbraio 2019, 12:48 - Ultimo agg. 15:02
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L'Inter non può fallire ancora. Lo sa anche Luciano Spalletti, che prova a difendersi: «Lecito mettere in discussione tutto, ma non è tutto da buttare», le parole del tecnico nerazzurro.

Parma. «​Questo è un momento in cui, visti i risultati, è lecito mettere in discussione tutto. Ma si rischia di fare ulteriore confusione e ci sono cose che vanno difese e che bisogna far riconoscere ai calciatori. Non è tutto da buttare. Quando non si fanno risultati i discorsi vanno a zero perché quello conta: andare in campo e fare una prestazione che serva alla squadra per ripartire, ma ci sono cose che dobbiamo portarci dietro. Mi aspetto di andare a giocare la partita per fare risultato mettendoci contenuti che ci hanno portati ad essere migliori nel lavoro fatto in questi diciotto mesi».

Atteggiamento. «Serve lavorare sulla testa. Bisogna tirar fuori l'orgoglio per la maglia che vestiamo, assumendoci le nostre responsabilità. Dobbiamo lavorare con urgenza sulle cose da migliorare».

Migliorare. «Dobbiamo lottare su ogni pallone contro ogni squadra. C'è in ballo la nostra qualità professionale. Bisogna tirarsi fuori da questo momento. Dobbiamo mettere le qualità che abbiamo a disposizione per vincere perché sennò ti vanno contro e sembra tutto da buttare via».

Icardi. «Il talento, il calciatore forte, quello che fa gol, viene sempre in conseguenza del lavoro di squadra. Se non funziona, non c’è bomber che possa rimettere a posto le sorti della squadra. Può fare quel gol che può aiutare per quella partita lì, poi se ognuno di noi ci mette qualcosa sono tante le cose che possono migliorare, ma è tutto l'assieme che deve migliorare».

Dichiarazioni Marotta. «Con Beppe per me è sempre stata allo stesso modo. Il messaggio è sempre stato lo stesso, che ho ricevuto dalla società e da chi ho vicino quotidianamente. Noi ci siamo legati per tre anni in estate perché eravamo consapevoli di dover fare un percorso che avrebbe richiesto tempo per riuscire a portare il discorso dove molti si aspettano e dove vogliamo portarlo e per quanto mi riguarda le cose non sono cambiate. Se non sono cambiate nemmeno per la società mi fa piacere».
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