Di Biagio, dall'Italia U21 al Napoli:
«Il calcio rinasce con il coraggio»

Di Biagio, dall'Italia U21 al Napoli: «Il calcio rinasce con il coraggio»
di Bruno Majorano
Martedì 2 Aprile 2019, 12:00
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Inviato a Roma

La faccia è quella di chi sa il fatto suo. E infatti Gigi Di Biagio non si nasconde. Lui, questo Europeo Under 21 che si giocherà in Italia e San Marino (dal 16 al 30 giugno), lo vuole vincere. Sarà la sua terza chance, quella più importante. Da ct di un gruppo fatto di ragazzi che in questo biennio senza qualificazioni hanno imparato a farsi spazio anche con la nazionale maggiore. Sintomo di un processo di crescita costante. Merito del ct Mancini, ma anche di Di Biagio e del suo staff.

Si parte il 16 giugno a Bologna contro la Spagna: poteva andare meglio, no?
«Quando in un Europeo ci sono 5 o 6 squadre candidate al titolo, almeno una logicamente ti può capitare nel girone. È una cosa che la dice lunga sul livello del torneo. Credo sia l'Europeo più difficile di sempre. Ma è bello così: sarà più gratificante. Non lo vedo come un Euro U21, ma come un Europeo A2».

A proposito di nazionale maggiore: i big saranno tutti a sua disposizione?
«Ho la possibilità di portarli tutti. Con Mancini viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda».

Com'è il rapporto con il ct della Nazionale?
«Lui è molto intelligente e ha capito le nostre esigenze. Sta prendendo i tanti giovani e questa cosa ci dà grande piacere perché ci aiuta. Si tratta di ragazzi che sono tutti cresciuti con noi e li conosciamo perfettamente. Questo scambio tra nazionale maggiore e Under dovrebbe essere la normalità. Giocare a livello internazionale ti porta sempre qualcosa in più».
 
Siamo la nazionale che ha vinto più titoli europei Under 21 (cinque), ma l'ultimo successo è datato 2004: è tempo di cambiare la tendenza?
«Tutti mi chiedono di vincere l'Europeo. E io mi prendo questa responsabilità, anche perché giochiamo in casa. Dovremo essere bravi a trasformare in energia positiva le tante pressioni in più rispetto al passato. Ma ci tengo a far notare che la nostra mission è da sempre quella di rilanciare il calcio giovanile italiano. Vedere in maniera continua le nostre nazionali Under 17, Under 19 e Under 20 arrivare alle finali è bellissimo. Certo, oggi ci manca un trofeo».

Ma dove deve ripartire il modello italiano?
«Gli allenatori italiani sono più bravi rispetto agli altri. E infatti appena andiamo fuori vinciamo. Ma siamo più tattici».

E quindi?
«Dobbiamo avere più coraggio ed essere più spregiudicati. Ma senza perdere l'equilibrio».

Dal suo punto di vista qual è stata la chiave della rinascita di Spagna, Germania e Inghilterra?
«Basta un nome: Pep Guardiola».

Perché?
«Grazie al blocco Barcellona la Spagna è salita sul tetto del mondo. Poi è andato al Bayern e la Germania ha vinto il Mondiale. Ora è al City e l'Inghilterra è arrivata alla fase finale del Mondiale come non succedeva da anni. Non può essere un caso».

Anche in Italia c'è un allenatore che ha fatto la storia del calcio: Carlo Ancelotti.
«Il Napoli gioca un calcio stupendo grazie alla base di Benitez e al lavoro di Sarri che si sono sublimati con l'arrivo di una persona intelligente come Ancelotti. Lui ha portato avanti il lavoro del passato modellandolo. Non era una cosa semplice: uno presuntuoso al suo posto avrebbe cambiato».

A proposto di Napoli: che garanzie le dà Meret?
«Alex ha un profilo altissimo. Purtroppo ha perso un anno perché ha avuto infortuni importanti quando stava decollando a Ferrara con la Spal. Si sta riprendendo anche dopo lo stop di luglio e sta tornando al top. Ecco perché parteciperà all'Europeo Under 21 e speriamo continui a fare così bene come l'ho visto finora. Ma conoscendo la forza di questo ragazzo penso che possa ancora fare meglio».

In azzurro c'è anche Luperto.
«Conosco bene le qualità di Sebastiano e lo seguo moltissimo perché è un ragazzo eccezionale. Ma faccio un appello ad Ancelotti: fallo giocare di più, così mi mette in difficoltà ancora di più per le convocazioni».

Come avversario, invece, vi troverete Fabian Ruiz.
«Fabian è un giocatore incredibile. Lo conosco dalle giovanili e ammetto che quest'anno è stata la vera sorpresa del Napoli in senso assoluto».

Lei può rispondere con Kean: si aspettava un'esplosione così?
«Potrebbe giocare fino all'Under 19. Sta dimostrando di avere qualità importanti anche con la nazionale maggiore. A giugno verrà con noi, e con lui ci saranno altri giovani di valore come Zaniolo e Barella».

Senza dimenticare il napoletano Mandragora che lei porta con l'Under già dallo scorso biennio.
«Rolly ha fatto tutte le giovanili con noi e già 3-4 anni faceva la differenza con l'Under 21. Poi ha subito due operazioni ed è stato fermo un anno. Ha rischiato di non tornare a giocare. Ora sta nuovamente venendo fuori, ma deve ancora far vedere il meglio. Quando non gioca ti rendi conto di quanto sia importante. Un giocatore alla De Rossi, anzi alla Di Biagio. La sua corsa è stata solo rallentata».

Poi l'ultimo a sollevare un titolo con la Nazionale è stato Cannavaro: napoletano anche lui.
«E allora bisogna tenere Rolly capitano per la finale».

Questo Europeo Under 21 sarà qualificante per la prossima Olimpiade che si gioca a Tokyo: a lei piace il sushi?
«Molto. E poi a Tokyo sono stato già con la Nazionale al mondiale del 2002, ma da giocatore. Ora però facciamo un passo per volta».

Della Nazionale lei è stato anche ct tra Ventura e Mancini: sperava in una conferma?
«Conoscevo il mio percorso dall'inizio. Poi sono ambizioso, ma tornare sulla panchina dell'Under non l'ho vista come una retrocessione. Sono orgoglioso di quello che ho fatto. Mi era stato chiesto di portare in porto una nave in burrasca e penso di esserci riuscito molto bene. Anche se non è passato il messaggio come avrei voluto».

Cosa intende?
«Personalmente ho fatto un miracolo. Abbiamo pareggiato a Wembley molto bene e perso con l'Argentina dopo essere rimasti sullo 0-0 per 70'. Forse non ci si è resi conto di cosa accadeva in quel momento. Si rischiava di perdere 4-0, dico 4-0».
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