Fallimento Italia, Malagò: «Se fossi in Tavecchio mi dimetterei. Non posso commissariare la Figc»

Fallimento Italia, Malagò: «Se fossi in Tavecchio mi dimetterei. Non posso commissariare la Figc»
di Redazione Sport
Martedì 14 Novembre 2017, 13:14 - Ultimo agg. 15 Novembre, 09:38
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«Quella di ieri è stata una triste serata sportiva, siamo tutti quanti molto delusi e amareggiati». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, all'indomani dell'eliminazione dell'Italia dal Mondiale. Il massimo dirigente sportivo, nel corso della presentazione del nuovo stadio dell'Atalanta, ha poi osservato che «negli anni delle vacche grasse, dove sono arrivati anche risultati importanti, se ci fosse stata attenzione, lungimiranza e logica probabilmente le società avrebbero quasi tutte uno stadio di proprietà».
 


«Ho sentito Tavecchio, gli ho chiesto che intenzioni avesse, e mi ha detto che domani ci sarà questa riunione in Figc. Come sapete è padrone di assumersi le responsabilità, ma se fossi in lui mi dimetterei. Oggettivamente in Figc non ci sono gli strumenti procedurali per procedere a un commissariamento». Lo dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, all'indomani della debacle degli Azzurri. «Un uomo di istituzioni - ha aggiunto - deve ascoltare tutti ma anche ragionare con buonsenso con quelle che sono le norme. Il presidente del Coni può commissariare una federazione solo se non funziona la giustizia sportiva, i campionati o per gravi irregolarità amministrative. Ad oggi questi tre fatti non ci sono».

Malagò ha sottolineato che «c'è un altro discorso non scritto che riguarda invece la sfera delle competenze e responsabilità oggettive, che sono sotto gli occhi di tutti. Non succedeva dal 1958 che l'Italia non si qualificava a un Mondiale e va detto pure che allora ci andavano 16 squadre e invece oggi c'erano più possibilità. Ma soprattutto veniamo da tutto un periodo senza grandi risultati». Il presidente del Coni ha aggiunto che «dall'Under 21 sono arrivati segnali importanti negli ultimi mesi, ma anche lì c'è stata la delusione della mancata qualificazione alle ultime due Olimpiadi. Ci sono stati investimenti, attenzione e interesse al mondo del calcio femminile, ma anche lì l'Italia manca da sempre a una grande manifestazione».

«Se il signor Tavecchio ritiene, magari dopo ieri, di essere la persona maggiormente deputata per portare avanti il nuovo corso della Federcalcio, si assume la responsabilità di questa decisione». Lo dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò. «Non c'è una regola, un'obbligatorietà - specifica - Ci sono stati casi in cui presidenti federali e allenatori sono rimasti al loro posto assumendosi la loro responsabilità, e ci sono altre persone che hanno deciso di non farlo. Sono scelte della propria coscienza. Nomi in grado di poter dare svolta? Innanzitutto ci porremo il problema quando ci saranno queste dimissioni, ammesso che avvengano».

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