Il Napoli dopo il Real Madrid:
gli ex fanno tremare Higuain

Il Napoli dopo il Real Madrid: gli ex fanno tremare Higuain
di Pino Taormina
Domenica 22 Aprile 2018, 11:30 - Ultimo agg. 14:51
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Inviato a Torino

Non scenderà in campo con la maglia numero 13, come quella di Altafini il 6 aprile del 75, ma sempre core grato è destinato a rimanere Gonzalo Higuain. Segnerà o non segnerà. Una specie di reietto. Una condanna per l'eternità. Traditore era e traditore resterà per il popolo azzurro, e poco importa se dai proventi del suo addio, il Napoli ha rifatto mezza squadra. Higuain è in piena crisi e anche se Allegri dice di non essere sorpreso, perché Gonzalo è così, ha alti e bassi, sarà in campo questa sera. Titolare. Lui sicuro del posto mentre l'altro argentino, Dybala, verso la panchina. La Juve non sarà in HD, almeno all'inizio. Poi, chissà, minuto dopo minuto. Tra Gonzalo e un «titulo» c'è di nuovo di mezzo un pezzo del suo passato: il Real, dove ha giocato per sei stagioni, lo ha eliminato dalla corsa alla Champions. Ora tocca al Napoli, dei suoi vecchi amici Reina, Mertens, Jorginho. Ci sarà stasera, figurarsi. Poteva saltare la partita del San Paolo, perché si era appena fratturato una mano. Ma decise di venire lo stesso. Si dice che la molla gliela abbiano data le parole ironiche di De Laurentiis junior che prima della gara aveva mostrato rammarico per la sua possibile assenza. «Peccato, avrei voluto dargliene 4 in campo», aveva detto all'agenzia Ansa ai margini di un evento. Pare che Gonzalo non ci abbia visto più. Come quando il toro vede il rosso, e abbia deciso di giocare la super sfida dell'andata. Quella decisa da un suo gol.

Higuain punta al terzo scudetto della sua carriera. Se in Europa le cose vanno come vanno, in Italia il Pipita continua a far gol: 22 in questa stagione, 3 in meno dell'altro argentino. Basile, l'ex ct dell'Argentina, in un libro uscito in queste ore, non è stato tenero. «Nessuno lo vuole ai Mondiali, gli argentini lo detestano perché per tutti rimane quello che ha sbagliato un gol nella finale con la Germania che avrebbe significato l'immortalità per tutti». Poverino, almeno a Torino lo adorano. Allegri è convinto che sarà determinante nel big match di questa sera e Sarri non ha mai nascosto l'affetto per Gonzalo. «Per me è come un figlio. E ai figli non puoi non volergli bene».
 
Il Pipita non avrà alcun rispetto per il suo «papà» napoletano. Si incontrarono la prima volta a Dimaro: Benitez era appena andato via e Gonzalo era arrivato in ritiro con idee bellicose. Incrociò le parole di Sarri per qualche minuto ed è nato l'idillio.

A Torino pare abbia messo pure la testa a posto sotto il profilo sentimentale: era partito da Napoli accompagnato dalla fidanzata Lara e qui con lei è rimasto. Si dice, nonostante qualche momento di crisi. Ma il peggio è passato e il Pipita, secondo la stampa argentina, diventerà persino papà il prossimo mese. Di una femminuccia. Dal 18 febbraio a oggi ha segnato un solo gol in campionato, all'Atalanta: nella contabilità della serie A, è all'asciutto da ben 540 minuti. I tavoli del Cacao, lo hanno visto ospite soprattutto nei primi mesi. Poi per il resto si fa vedere in giro con Dybala e pochi altro. Per i 30 anni, a dicembre, ha riempito con 200 fedelissimi (c'erano anche i soliti amici napoletani) un locale in piazza Carignano, nel cuore barocco di Torino. Vive proprio da queste parti. Poche uscite: si dice tra i preferiti ci sia un giapponese, lo Shizen, ma si è visto anche da Catullo, lungo il Po e alla trattoria Fratelli Bravo in corso Moncalieri. Giocherà di sicuro sia che Max decida per il 4-3-3, quindi senza Dybala, sia che Allegri viri al 4-2-3-1, con la Joya al posto di Matuidi.
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