La guerra del calcio ai pirati tv:
ma chi difende i consumatori?

La guerra del calcio ai pirati tv: ma chi difende i consumatori?
Giovedì 8 Agosto 2019, 11:43 - Ultimo agg. 14:05
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Il calcio si mobilita contro la pirateria televisiva ma chi si mobilita a favore dei consumatori? La guerra intrapresa dalla Lega di serie A è totale, sarà resa pubblica agli interni degli stadi nelle prime due giornate di campionato con l’esposizione di striscioni a sostegno della campagna contro le frodi informatiche. “Purtroppo non basta” tuona Carlo Claps, presidente di Aidacon consumatori (nella foto), la cui denuncia un anno fa proprio di questi tempi ha obbligato poi il Garante a formulare multe salatissime nei confronti delle pay-tv che detengono il monopolio delle partite di calcio.

“Il fenomeno della pirateria va combattuto, siamo d’accordo ma più importante è garantire maggiore tutela all’utente consumatore che deve sottoscrivere un regolare contratto con le televisioni a pagamento. Che cosa fa la Lega – precisa Claps – per evitare che il tifoso scappi verso alternative illecite? Prima esistevano due pay-tv (Sky e Mediaset, ndr) che si contendevano i diritti, ora di fatto non esiste più concorrenza come ha certificato l’Antitrust. Siamo in regime di monopolio, e noi di Aidacon abbiamo iniziato a portare avanti un anno fa la nostra battaglia, ottenendo già significativi risultati. Ora però deve essere la Lega a impegnarsi fino in fondo per tutelare i diritti dei tifosi e rispettare le norme sulla libera concorrenza”.

In buona sostanza, dalle istituzioni del calcio non deve partire soltanto l’invito a tenersi lontano dalla pirateria, occorrono segnali più convincenti, giusto? “Esatto, come si può dichiarare guerra al mercato illecito se chi è al vertice della Lega consente che le piattaforme televisive impongano agli utenti pacchetti obbligatori a costi altissimi?”

Facciamo un esempio: oggi il tifoso del Napoli per garantirsi la visione di tutte le gare della propria squadra deve sottoscrivere due differenti tipologie di abbonamento: uno con Sky e l’altro con Dazn per un costo complessivo che si aggira circa sui 50 euro al mese.

“Il problema è proprio questo, pure per la prossima stagione saranno necessari due abbonamenti per vedere l’intero campionato di serie A: per noi è una truffa perché vengono violate le leggi che favoriscono la libera concorrenza sul mercato a danno dei cittadini. Si continua ad agire in maniera ingannevole perché si paga un prezzo alto non fornendo ai clienti la visione di tutte le partite. E’ quello che cerchiamo di far capire da un anno e fortunatamente i tribunali iniziano a darci ragione: vengono attuate pratiche commerciali scorrette e pubblicità ingannevole”. Lo scorso maggio il Tar ha respinto la richiesta di Sky di congelare il provvedimento del Garante della concorrenza: secondo i giudici infatti il ricorso “non si presentava assistito da sufficiente fumus boni juris” cioè per l’Antitrust la pay-tv non aveva fornito informazioni chiare e immediate sul contenuto del pacchetto calcio, lasciando intendere ai potenziali nuovi clienti che tale pacchetto fosse comprensivo di tutte le partite di serie A. Niente è cambiato in questi mesi se non dichiarare guerra alla pirateria: i tifosi e il loro diritto di essere tutelati sono rimasti al palo.
 
 
 
 
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