Lezione all'Università: «Arbitri
e Var pro Juve, ora una vigilanza»

Lezione all'Università: «Arbitri e Var pro Juve, ora una vigilanza»
di Francesco De Luca
Mercoledì 21 Novembre 2018, 10:10
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Il dibattito su Juve e Napoli, sull'influenza del club bianconero sugli arbitri che sarebbe risultata decisiva nel finale dello scorso campionato, si sposta dal campo all'Università. E questo per un motivo accademico. «Gli studenti vedono che non c'è il rispetto delle regole neanche nel calcio e non hanno fiducia nelle istituzioni», avverte Guido Clemente di San Luca, docente di diritto amministrativo presso la Seconda Università di Napoli, nel libro «Campionato di calcio e stato di diritto» (Editoriale Scientifica, pagg. 132, euro 12), il testo che raccoglie gli interventi di esperti di diritto che hanno partecipato al convegno dell'11 giugno presso la facoltà Luigi Vanvitelli, tre settimane dopo la fine del campionato vinto dalla Juve con 4 punti di vantaggio sul Napoli.

La passione per l'azzurro - tutti tifosi i partecipanti, a cominciare da Clemente di San Luca, tra i fondatori del «Comitato Te Diegum» dopo il fragoroso addio di Maradona - ha spinto alla riflessione sul «contesto regolativo del gioco più bello del mondo». Un'esagerazione? «No. Il fenomeno calcio ha assunto enorme rilevanza sociale ed economica, con riflessi giuridici che vanno analizzati con serietà perché rappresentano un prezioso indicatore di quanto sta accadendo nella società e nelle istituzioni», avverte il professore. Il libro sarà presentato venerdì 23, alle ore 15.30, presso l'Università Suor Orsola Benincasa con gli interventi del presidente del Consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi, del presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone e del professore Amerigo Restucci, già rettore dell'Università Iuav di Venezia. E poi lo scrittore Maurizio de Giovanni e i rettori Lucio d'Alessandro (Suor Orsola Benincasa), Alberto Carotenuto (Parthenope), Filippo De Rossi (Sannio) e Giuseppe Paolisso (Luigi Vanvitelli).

 

RIGORI NON FISCHIATI
La pressione dei potenti - è la sintesi del ragionamento - vale nel calcio come nella vita, pur riconoscendo alla Juve la forza del suo organico e dei suoi fatturati e ammettendo, come fa l'ex rettore della Federico II Guido Trombetti, il calo accusato dagli uomini di Sarri in alcune partite, come quella cruciale del 29 aprile a Firenze, quando non vi fu adeguata risposta al successo dei bianconeri sull'Inter al Meazza, dove evidenti apparvero gli errori pro Juve dell'arbitro Orsato (il rosso su input del Var a Vecino e la mancata espulsione a Pjanic). Le voci sui danni subiti dal Napoli sono state unanimi e basate - precisa il professore Clemente di San Luca - su aspetti «tecnico-scientifici» che riguardano l'applicazione delle regole e del Var. Non è stato l'unico episodio quello del Meazza, però. Dai giuristi ne sono citati altri tre, con documentazione fotografica: Cagliari-Juve, Fiorentina-Juve e Lazio-Juve, tre i rigori non assegnati alle squadre di casa. «Un corretto utilizzo del Var avrebbe potuto sovvertire l'esito delle partite e del campionato».

COMITATO DI VIGILANZA
Nel libro vi sono argomenti a supporto di queste tesi. Da uno dei relatori, il magistrato Catello Maresca, è arrivata la proposta di istituire un «comitato di vigilanza sulla regolarità del campionato», con l'amara constatazione che Calciopoli non ha prodotto l'auspicato effetto di pulizia e riequilibrio. Saggio il professore Trombetti a ricordare il numero degli scudetti vinti dai tre più potenti club del nord in 120 anni di serie A: 98 su 115, una percentuale dell'85 per cento, su cui pesa la forza economica di Juve, Milan e Inter che Ferlaino riuscì a superare nei quattro anni d'oro di Maradona (due scudetti) e contro la quale si batte De Laurentiis.
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