Mazzarri come King Claudio:
​scaricato dai giocatori del Watford

Mazzarri come King Claudio: scaricato dai giocatori del Watford
di Bruno Majorano
Giovedì 18 Maggio 2017, 09:08
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In Premier League la chiamano “The Magic Forty” e si tratta della quota di punti da raggiungere ogni anno per garantirsi la permanenza nella massima serie del calcio inglese. Ebbene, il Watford di Walter Mazzarri l’obiettivo l’ha centrato con larghissimo anticipo. A sei giornate dal termine, infatti, la squadra del nord di Londra era già al traguardo fissato. Non male, certo, ma evidentemente non abbastanza. E così il rapporto tra l’ex allenatore del Napoli e il Watford (di proprietà della famiglia Pozzo, al vertice dell’Udinese da trent’anni) si è andato logorando fino poi alla decisione - ufficiale dalla giornata di ieri - di separarsi alla fine di questo campionato.

Mazzarri e il suo staff, infatti, resteranno sulla panchina del Watford ancora per una sola gara, ovvero quella di domenica prossima contro il Manchester City, poi arrivederci e grazie, anzi: bye bye. Un saluto che arriverà al termine di una stagione vissuta ben oltre le aspettative, dal momento che la squadra guidata dall’allenatore toscano è riuscita a battere lo United di Mourinho che da trent’anni faceva punti su quel campo, così come ha battuto l’Arsenal sul difficile terreno dell’Emirates oltre alle vittorie su Everton e Leicester campione in carica.

Ma non tutto è oro quello che luccica, perché nonostante la valorizzazione dell’organico (dal trentenne Capoue esploso con 7 gol ai giovani giovani come Doucourè), qualcuno all’interno della squadra ha iniziato a remare contro. D’altra parte si sa (il caso Ranieri fa scuola): gli inglesi non hanno la nostra cultura del lavoro e per uno come Mazzarri, vero e proprio martello in allenamento, è stata sempre più dura. A guidare il gruppo, il capitano Deeney che è molto considerato da media e compagni. Che poi, a dirla tutta, proprio in tv (a parte qualche sfottò sulla scarsa conoscenza della lingua) erano piovute le lodi maggiori per Mazzarri. Lineker, Shearer e Lampard - non esattamente gli ultimi arrivati - ne hanno esaltato a più riprese la stagione sulle frequenze della Bbc durante la trasmissione “The mach of the day”.

Senza dimenticare che a rendere ancora più difficile il lavoro di Mazzarri ci si sono messi anche gli infortuni. Una serie incredibile di infortuni. A partire da quello di Pereyra (acquisto di punta del mercato), per finire con Zarate che si è rotto il crociato alla terza partita. E da questo punto di vista Mazzarri ha dovuto fare i conti con l’area medica inglese che è molto diversa da quella italiana. Il recupero dei giocatori è molto più lungo ed è difficile avere subito i giocatori al top.

Ecco perché si è arrivati alla decisione, condivisa da entrambe le parti in causa, di prendere strade diverse. Non sarebbe quindi il caso di parlare né di esonero né tanto meno di dimissioni, ma più correttamente di separazione consensuale conseguente a idee diverse. Di sicuro Mazzarri non starà a guardare cosa gli accade attorno. Prima della chiamata da parte del Watford era già sotto la lente di ingrandimento da parte di altri club di Premier (West Ham e Everton su tutti), senza dimenticare l’interessamento mai celato da parte della Fiorentina, che pure resterà senza allenatore a fine stagione. E poi c’è l’estero: in Francia continua a essere stimatissimo per aver valorizzato Cavani e Lavezzi ai tempi di Napoli e pure in Russia non gli mancano gli estimatori. Con un po’ di esperienza in più, quella della Premier.
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