Report: il suicidio, i biglietti, gli affari
I clan nella curva della Juventus

Report: il suicidio, i biglietti, gli affari I clan nella curva della Juventus
di Bruno Majorano
Martedì 23 Ottobre 2018, 09:57 - Ultimo agg. 13:44
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Cosa c’entra il suicidio di un ex ultrà della Juve con una storia che intreccia mafia, spie, bagarinaggio e indagini della Polizia di Stato? Raffaello Bucci, che a luglio di due anni fa si è buttato giù da un viadotto dell’autostrada Torino-Savona. Bucci era un collaboratore dello Slo (ovvero l’addetto alle relazioni tra squadra e tifosi) della Juventus. Il suo suicidio è stato immediatamente successivo alle deposizioni davanti al pm in relazione all’infiltrazione mafiosa nella curva della Juventus. Non ha retto la pressione e si è buttato.

L’INCHIESTA
La puntata di ieri sera di Report, condotta da Sigfrido Ranucci su Raitre, incentrata sul caso del cuneese Bucci avrebbe dovuto andare in onda già prima della pausa estiva. Ma grazie alle intercettazioni degli ultimi mesi sono emerse alcune novità. «Fino alla fine della scorsa stagione i Drughi avevano ancora i biglietti dalla società e continuavano a fare bagarinaggio»: questa la conferma a Report da parte Bryan Herdocia. Ultrà bianconero responsabile dell’assalto a un pullman di tifosi della Fiorentina, Herdocia ha consegnato al reporter Federico Ruffo ricevute, biglietti e chat. Ma non è tutto. Perché grazie alle intercettazioni raccolte per scoprire qualcosa in più della morte di Bucci sono emersi anche i collegamenti tra i membri dei gruppi organizzati della curva della Juventus e le associazioni di stampo mafioso. Report ha anche annunciato che la Procura di Cuneo ha riaperto il caso relativo al suicidio.

I RAPPORTI
Raffaello Bucci - che nelle intercettazioni viene chiamato Ciccio - passa in pochi anni da semplice tifoso a dipendente del club bianconero. Si occupa dei rapporti tra società, tifoseria e forze dell’ordine. Insomma, ha fatto carriera. Tra i suoi interlocutori ci sono Alessandro D’Angelo - capo della sicurezza della Juve - da una parte e Rocco Dominello - figlio di un boss della ‘ndrangheta - dall’altra. Al centro delle loro conversazioni ci sono biglietti omaggio (che i Drughi rivendono a prezzi maggiorati) e attività dei gruppi organizzati che non andranno a danneggiare l’immagine e le casse della Juventus. Alessandro D’Angelo, infatti, è anche l’uomo che agevola l’ingresso allo Stadium durante un derby di alcuni striscioni che inneggiano alla tragedia di Superga e che senza il suo intervento sarebbero intercettati e bloccati dalla sicurezza. Dalle intercettazione si scoprono che vengono citati anche Fabio Cannavaro e Lapo Elkan, interessati ai buoni uffici dei gruppi della curva, secondo gli ultrà.

IL PRESENTE
Dal 2016 - anno in cui si è suicidato Raffaello Bucci - a oggi, però, le vicende non sembrano essere cambiate. E infatti Andrea Agnelli viene condannato ad un anno (poi ridotto a 3 mesi più una maxi multa) per aver violato le leggi sulla vendita dei biglietti. Non viene invece punito l’ex dg Marotta che prima - su richiesta di Dominello - fa sostenere un provino al figlio di un membro della cosca Bellocci di Rosarno e poi regala 5 biglietti sempre a Dominello per la semifinale di Champions del 2015 contro il Real Madrid. Le inchieste, i processi e le condanne non hanno fermato il bagarinaggio dei biglietti per le partite della Juventus, con episodi che si sono verificati anche poche settimane fa, nella stagione in corso. Herdocia, soprannominato “Lo Squalo”, conferma che la Juve ha continuato a fornire i biglietti ai membri delle curve. Sullo schermo è comparsa una chat da cui si ricava che per Tottenham-Juve del 3 marzo (ottavi di Champions) sono stati venduti «a 250 sterline biglietti che ne costavano 35». Secondo quanto rivelato dalla trasmissione, biglietti sono stati venduti per Juve-Lazio del 28 agosto e per Valencia-Juve del 18 settembre.

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