Roma, Ranieri fa festa a De Rossi:
«Giocherà titolare con la sua fascia»

Roma, Ranieri fa festa a De Rossi: «Giocherà titolare con la sua fascia»
di Gianluca Lengua
Venerdì 24 Maggio 2019, 15:15 - Ultimo agg. 16:53
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Claudio Ranieri racconta la sua Roma nell’ultima conferenza stampa a Trigoria prima dell’addio che avverrà dopo la gara con il Parma. Il tecnico si augura che l’Olimpico trasmetta amore a De Rossi che saluterà la Roma: «Mi auguro che ci sia l’atmosfera che Daniele merita». Poi una critica: «Forse si poteva fare meglio nel momento più importante e gestire meglio le voci del tipo “Dzeko va via” “Zaniolo va via” “Ranieri va via”. Io per esperienza dico che quando un nucleo spinge in un’unica direzione la squadra sicuramente fa meglio».  
 
Ultima partita della stagione. «Mi auguro che ci sia l’atmosfera che Daniele merita. Questa è l’unica cosa che mi posso augurare, vedere lo stadio ricolmo d’amore per lui. Deve essere una festa per tutto l’amore che Daniele ha dato alla Roma e il modo in cui l’ha dato. Mi aspetto una cosa positiva per lui al 100%». 
 
De Rossi titolare. «Giocherà dal primo minuto, entrerà in campo con la sua fascia perché merita la standing ovation da tutto il pubblico. Se ci tengo io, immagino lui quanto ci tenga a finire bene». 
 
Cosa ha di speciale De Rossi. «Lui riesce a trasmettere nel suo gioco la passione per la maglia che indossa: l’Italia o la Roma. Esprime tutta la voglia che ha di far bene e di impegnarsi al massimo. Non vuol dire che giochi sempre bene, ma che dai il 100%. Un calciatore del genere lo puoi solo apprezzare, è positivo nello spogliatoio, è di qualità e con grosso carattere. Nei momenti difficili i compagni si appoggiano su di lui». 
 
Cosa lascia alla Roma del futuro. «Lascio una buona Roma, che darà il massimo fino in fondo. Giochiamo per il divertimento, anche perché non si gioca per i soldi, ma per la passione e per il divertimento. Mi sento un allenatore europeo: dove ci sarà un progetto che mi intriga andrò».
 
Si aspettava l’addio di De Rossi. «No, non l’ho mai pensato e non ne abbiamo mai parlato. È stato un fulmine a ciel sereno».
 
Rendimento migliore di alcuni calciatori. «Avevo il compito di riprendere l’autostima della squadra. Credo che abbiamo lavorato bene dal punto di vista difensivo e i giocatori mi hanno seguito. Non c’è un giocatore in particolare, anzi, tutti hanno sempre dato il massimo, sia in allenamento sia in partita. Per me Schick, ad esempio, è un grande giocatore. Ci sono però alcuni giovani che maturano subito. Gli ho detto che mi dispiacerà eventualmente vederlo esplodere tardi».
 
L’addio alla Roma. «Io mi emoziono sempre, ogni volta che guido la Roma mi emoziono. Io non entro prima per non sentire l’inno di Venditti perché sennò mi emoziono. Lascerò la Roma con il cuore aperto sperando di vederla sempre più in alto».
 
Ha sentito sua la Roma?. «Ho cominciato a sentire mia la squadra giorno dopo giorno. Non la dovevo plasmare da zero, erano abituati a un certo tipo di gioco. Il lavoro è doppio, levare alcune cose, usufruire del grande lavoro di Eusebio e rimodellarla. Non c’è rammarico perché sono uno pratico, sapevo nel momento in cui ho firmato che sarebbe finita la mia storia. Auguro a chi viene dopo di me il meglio». 
 
Ripartire da zero. «Il gruppo è valido, ben miscelato perché ci sono gli anziani e i giovani giusti. Da qualche giovane si ci aspettava un po’ di più, ma il nucleo è sano. Non si parte da zero, ma da una classifica deficitaria perché la Roma era stabilmente in Champions. Si partirà da zero per il nuovo allenatore, per le nuove direttive e idee. Ma ogni volta che prendiamo una squadra a luglio c’è sempre da ricostruire le proprie idee. L’allenatore prende sempre l’esperienza dei singoli giocatori e ci mette le sue. Il giocatore deve essere intelligente e plastico per capire cosa vuole e dove lo vuole».
 
La fascia non ufficiale per De Rossi. «Semmai la pago io la multa che deve pagare Daniele. Sono d’accordo che indossi la fascia personalizzata».
 
Cosa è cambiato nella Roma. «Ho trovato una struttura più moderna, forse ci sta un po’ troppa gente e parecchi sono andati nella sede centrale. Io sono abituato con meno gente e forse c’è un risparmio in questo…La Roma sta diventando una società internazionale e il brand conta molto. Forse si poteva fare meglio nel momento più importante e gestire meglio le voci del tipo “Dzeko va via” “Zaniolo va via” “Ranieri va via”. Nelle altre squadre è uscito all’ultimo qualcosa su chi andava e veniva, da noi proprio nel momento in cui bisogna spingere verso un’unica direzione. Io non dico che ci ha tolto qualcosa, ma quando tutti spingono in maniera positiva verso un obiettivo importante e difficile serve una linea comune. Non è una critica verso nessuno, dico solo che sarebbe stato meglio. Forse quei due punti li avremmo strappati da qualche parte. Io sono convinto che quando devi spingere è importante che tutti si sia concentrati verso un’unica direzione. Quando ci sono troppe voci inconsciamente vieni assorbito. Non voglio dire che i calciatori pensassero a questo. Io per esperienza dico che quando un nucleo, e mi riferisco a società e giornalisti, spinge in un’unica direzione la squadra sicuramente fa meglio». 
 
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