Brasile, partire bene per cancellare l'umiliazione di quattro anni fa

Brasile, partire bene per cancellare l'umiliazione di quattro anni fa
di Alfredo Spalla
Domenica 17 Giugno 2018, 13:18 - Ultimo agg. 13:56
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«Non conservo nessun trauma di quella sconfitta. Se ne avessi avuti, avrei smesso di giocare a calcio, avrei lasciato tutto». Il Brasile riparte da capitan Marcelo, presente nell'ormai famigerato 7-1 contro la Germania di quattro anni fa, ma oggi volto di una Seleção diversa, fresca, compatta e super favorita per il Mondiale russo. Il primo avversario è la Svizzera di Petkovic, ore 20 alla Rostov Arena. Costa Rica-Serbia (14.00) anticipa l'apertura del gruppo E. Tite, ancora una volta, ha optato per il rodizio della fascia da capitano: non c'è un padrone, ma un gruppo di senatori in grado di assumersi la responsabilità di guidare i compagni. È una tradizione che ormai fa parte della storia della Seleção, Scolari utilizzava lo stesso metodo. Nel 2002, fu Cafu a sollevare la Coppa, ma Roberto Carlos, Roque Júnior, Rivaldo e Ronaldo erano capitani quasi alla pari. Nel 2014, le cose non andarono benissimo per il quartetto composto da David Luiz, che nessuno vuole più vedere in verde-oro; Thiago Silva, a cui rinfacciano ancora le lacrime contro il Cile; Júlio César e Fred.

FASCIA SCOPERTA
Il concetto di Tite, però, è meno elitista, perché da agosto 2016 ha avuto 16 capitani diversi: dal giovane Gabriel Jesus al romanista Alisson nell'amichevole contro la Russia (0-3). Al Corinthians adottava lo stesso metodo per stimolare (o premiare) i giocatori. Marcelo, ad esempio, è stato capitano solo una volta nella sua vita (Brasile-Ecuador delle qualificazioni), ma è stato scelto per il suo grande momento personale. «L'ho già detto in altre occasioni. Il Professore (così è chiamato Tite, ndr) ha cambiato completamente il volto alla Seleção, ci passa tutti i dettagli alla perfezione, è tutto più semplice. È più facile capirne il metodo. Tutti, in questa famiglia, hanno carisma e allegria», ha detto Marcelo alla vigilia. L'undici, disposto con il 4-2-3-1, è in linea con il percorso di Tite. Alisson fra i pali, difesa a quattro con Marcelo e Danilo sugli esterni, Coutinho, Willian e Neymar a sostegno di Gabriel Jesus. È un Brasile molto forte, ma con un piccolo punto debole: l'inesperienza mondiale. Sei giocatori titolari - Alisson, Danilo, Miranda, Casemiro, Coutinho e Gabriel Jesus - non hanno mai disputato una Coppa del Mondo. Un gap che può comunque essere colmato con le esperienze a livello di club. C'è grande attesa per Neymar, non solo in chiave nazionale ma anche per i rumors di mercato. Dopo l'exploit di Ronaldo con il Portogallo e il flop di Messi con l'Islanda, il brasiliano è atteso al varco da tifosi e detrattori. «Non è ancora al 100%, ma l'evoluzione è sufficiente per giocare un grande match», ha assicurato il tecnico Tite.

I CAPELLI
Il nuovo look pre-Svizzera non l'ha aiutato a mantenere un profilo basso. «Nel 2002, Ronaldo si fece dei capelli orribili e vincemmo. Nel 2018, Neymar si fa dei capelli orribili e», scherzano i brasiliani sui social. «Penso sia impossibile neutralizzare totalmente Neymar per 90 minuti. Dopo Ronaldo e Messi, è il giocatore migliore e più completo. Dobbiamo imporre il nostro gioco, usare gli esterni e chiudere gli spazi», ha detto Lichtsteiner, capitano della Svizzera e neo-acquisto dell'Arsenal.
 

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